giovedì 18 novembre 2010

sviluppo sostenibile




Il Prodotto Interno Lordo

“Il prodotto interno lordo comprende l'inquinamento dell'aria, la pubblicità delle sigarette e le ambulanze che trasportano i feriti degli incidenti stradali. Conta le serrature che blindano le porte delle nostre case e delle celle in cui rinchiudiamo chi cerca di scassinarle. il P.I.L. considera la distruzione delle sequoie e la morte del Lago Superiore. Aumenta con l'aumentare della produzione di Napalm, di missili e di testate nucleari, ma non tiene in alcun conto la salute delle nostre famiglie, la qualità dell'istruzione, la gioia dei giochi. E' indifferente alla salubrità dei posti di lavoro e alla sicurezza delle strade. Non riesce a rilevare la bellezza della poesia, la forza di un matrimonio, l'intelligenza del dibattito politico o l'integrità dei funzionari pubblici. Insomma, misura tutto, salvo quello che rende la vita degna di essere vissuta”.
                                                                                                     Robert Kennedy, 1925-1968


Alla base della produzione dei beni e servizi dell’economia di ogni Paese ci sono i soldi che sono l’unità di misura del nostro stato di agiatezza. “Dovete spendere di più” ci esortano i politici, "è per creare ricchezza; così da non permettere alla catena economica di potersi spezzare”. I soldi purtroppo hanno creato un grado di distanza troppo ampio tra la gente che consuma e la natura (terra, piante, animali, fiumi, e quant’altro) che riforniscono di merce i carrelli della spesa e intanto s’è persa del tutto la consapevolezza dei danni e della sofferenza che ogni prodotto acquistato si porta dietro. In nome della modernità stiamo sperperando in pochi anni tutte le smisurate risorse ereditate dalle generazioni passate. Ci comportiamo come il contadino che sta segando il ramo di un albero su cui è seduto sopra e non si accorge che finirà presto col culo per terra. Produciamo, comperiamo e consumiamo come mai ha fatto  l'uomo in tutta la sua storia  e il vero problema che abbiamo ora è come smaltire.   Prima o poi la monnezza non sarà solamente un problema campano; ma diventerà un vuoto a perdere di tutta la nazione e i principali rilievi italiani alla fine saranno: le Alpi, gli Appennini e i Cumuli di Monnezza che si innalzeranno per tutto il nostro Bel Paese, proprio a mò di nontagne. Pensate davvero che la raccolta differenziata possa risolvere tutto? Quando ero bambino, ricordo, si buttava quasi nulla: una scatola di cartone si tratteneva in famiglia per essere trasformata in un recipiente portaoggetti, un pezzo di legno residuo finiva nella stufa di casa, una mollica che era una mollica di pane si destinava come cibo per le galline. “Se coltivi il tuo stesso cibo, non ne butti via un terzo come facciamo oggi. Se costruissimo i nostri tavoli e le nostre sedie, non li butteremmo via per cambiare l'arredamento interno. Se dovessimo purificare la nostra stessa acqua probabilmente non la contamineremmo" così dice Mark Boyle, un giovane che ha fatto la scommessa di vivere un anno senza soldi. L’idea ha certo del paradossale per noi occidentali che viviamo nel duemiladieci, ma una cosa ce la può certamente insegnare questo giovane: che possiamo mutare il nostro stile di vita. Possiamo perseguire l’idea di mondo basato sulle relazioni, sulle emissioni zero, sul non spreco, sui diritti di ciascuno e su tutti quei valori che ogni PIL non contempla al suo interno; come ad esempio realizzare la nostra felicità personale e contribuire a quella di chi è meno fortunato di noi; senza il bisogno di arrecare danni irreparabili al mondo circostante.

Buona vita!

maestrocastello


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