La morte
del maestro Armando Trovajoli è una notizia che non deve passare sotto gamba,
solo perché è scomparsa una persona di 95 anni che per i giovani può non
significare molto. Spetta a chi ha un po’ di memoria storica ricordare che con
lui scompare un’epoca di leggerezza e di serenità, quella della commedia
musicale italiana che ha segnato un periodo d’oro del teatro leggero italiano.
La commedia musicale fu molto importante per l’Italia che usciva dalla guerra,
si dimostrò particolarmente adatta alla situazione sociale e politica del
nostro Paese in fase di ricostruzione e consentì di sfociare nel boom economico
degli anni ‘60 e ‘70. Per merito della commedia musicale si verificò il
prodigio dello spettacolo in cui si fusero insieme i tre elementi fondamentali:
autore, attore e spettatore che ha pochi precedenti nella storia del teatro
mondiale. I canoni dell’Operetta vengono modernizzati: non più brani lirici,
bensì canzoni di carattere leggero e melodico, balletti e coreografie moderne,
coadiuvate da testi che rispecchiassero il gusto del tempo. La commedia
musicale italiana vede il suo nascere negli anno ’40 per merito di due autori
di testi: Garinei e Giovannini che valorizzarono musicisti come come Piero
Piccioni, Gorni Kramer, Mario Bertolazzi, Armando Trovajoli, Domenico Modugno,
Renato Rascel e lanciando nel firmamento del palcoscenico fantastici artisti
come: Anna Magnani, Carlo Ninchi, Marisa Merlin, Carlo d’Apporto, Lea Padovani,
Erminio Macario ecc. che ebbero uno strepitoso successo di pubblico e di
critica. La figura di Armando Trovatoli va letta in quest’ottica per cogliere
appieno la sua importanza e grandezza che traspare in tutte sue opere di
successo mondiale: “Ciao Rudy”, “Rugantino”, “Aggiungi un posto a tavola”.
Commedie musicali come quelle di un tempo non ne nascono più, il pubblico le
gradirebbe; ma si deve accontentare delle rivisitazioni che sono copie sbiadite
dei capolavori di un tempo.
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