venerdì 22 marzo 2013

Francesco, Papa low cost.


E’ arrivato inaspettato Papa Francesco. A dire la verità, ero dubbioso; ma sono bastate le sue prime parole per colpirmi, per farmi capire quanto fosse il Papa giusto e mi sono commosso e lo sono ancora ad ogni suo gesto di austerità e povertà. Papa Francesco ha fatto centro nel mio cuore, nella mia anima, in pochi giorni ha conquistato il cuore dei romani, degli italiani e di tutto il mondo. Qualcuno poteva pensare che tutti i suoi gesti di semplicità dopo l’elezione a Papa fossero studiati, ma poi abbiamo saputo che è proprio così, una persona del popolo, vicina al sentire della gente e alla vita quotidiana; anche perché è cresciuto, come tutti gli argentini, alla severa scuola di una crisi economica gravissima. A Buenos Aires andava in giro in bus e in metropolitana, si sedeva sulla poltrona del barbiere a parlare di calcio, è appassionato di tango e prima di farsi prete ha avuto una fidanzata. Si sentiva il bisogno di rimettere il Vangelo  al centro della vita del cristiano e chi poteva farlo se non un vescovo che ha seguito una pastorale dei “barrio” (quartieri) più poveri, delle “villas miserias”, le baraccopoli di Buenos Aires, a fianco di poveri e prostitute. Papa Francesco mi piace perché è uomo di gesti più che di parole. Nel suo primo saluto si presenta come vescovo di Roma, senza far leva sul suo essere Papa, dopo l’elezione riceve l’omaggio dei 115 cardinali stando in piedi davanti all’altare, senza sedersi sul seggio; era pronta una lussuosa Mercedes nera ed ha voluto andare in pulmino insieme agli altri cardinali; indossa la talare bianca, senza mozzetta rossa; preferisce la sua croce pettorale d’acciaio a quella dorata; ha voluto che l’anello”piscatorius” fosse d’argento; si reca alla Casa del clero dove alloggiava per il Conclave, prende i suoi bagagli, saluta il personale e paga il conto. Potremmo continuare, ma è inutile perché sappiamo di che pasta d’uomo stiamo parlando; basta dire che dopo la sua prima notte che ha dormito negli alloggi del Vaticano, al suo risveglio ha scorto la guardia svizzera che era di guardia, fuori della stanza e gli ha chiesto: “Sei stato qui  tutta notte?” Al suo assenso, gli ha offerto una sedia: “Sarai stanco, in piedi tutto questo tempo, poverino!”. Il nostro augurio è che questo francescanesimo attraversi l’altra  sponda del Tevere ed irrompa nei palazzi del potere, dove sono in corso decisioni importanti che riguardano il futuro del Paese e che alle tante parole dette in questi mesi facciano seguito gesti di cambiamento che possano ridare speranza ad una nazione allo sfascio. Ridursi lo stipendio non basta, bisogna mettere da parte ogni personalismo e cercare di partorire a tutti i costi un governo se si vuole che l’Italia riparta. Anche ai politici piace Papa Francesco e spero tanto che sia arrivato anche a loro il vento di cambiamento fatto di umiltà, di povertà, di fratellanza e di desiderio che gli ultimi non restino più indietro.
Buona vita!
maestrocastello

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