giovedì 12 settembre 2013

Un ciclone di nome Francesco.

Questo birba d’un Papa non finisce mai di stupirci, ogni giorno rompe il protocollo a cui gli altri papi si attenevano scrupolosamente e ne combina sempre una nuova. Quando parla non c’è mai nulla di scontato, non ha peli sulla lingua. Ad esempio, incontrando le suore delegate di molti ordini religiosi ha detto esplicitamente: “Siate madri non zitelle!”, oppure rivolto a preti e suore: “A me fa male vedere un prete o una suora su macchine di lusso” o quando ha fatto l’appello per una  Chiesa povera: “San Pietro non aveva un conto in banca”. Papa Francesco non si sottrae mai all’abbraccio dei fedeli e in particolare dei ragazzi. Durante le visite a San Pietro non declina le richieste dei giovani a farsi immortalare con i telefonini; appare in posa come fosse un amico qualsiasi, addirittura, la scorsa settimana,  vedendo che un ragazzo sgomitava per scattargli una foto, ha voluto che gli consegnasse il telefonino e se l’è scattata da solo. Incredibile per un Papa! La foto  è stata postata anche su Twitter e ha fatto il giro del web con tanto di commenti entusiastici del tipo: “Papa Francesco sempre più social”, oppure “Il Papa fa l’autoscatto e prepara la domenica dei palmari” o  “Questo Papa è troppo avanti” e ancora “Papa Francesco sei la cosa più luminosa in questo momento di caos!”. I maligni sostengono che questi gesti sono solo esteriorità e che nelle cose che contano la Chiesa è restia a cambiare. Noi apprezziamo invece questi gesti come un segnale positivo da parte del capo di un’istituzione che era rimasta statica per troppi anni. Questo papa nero vestito di bianco ci dà speranza, ci danno speranza i gesti che continuamente va compiendo a favore dei diversi e della povera gente, ad esempio, quando chiama uno studente gay e cattolico di Tolosa che gli  aveva scritto per confidargli le sue difficoltà e gli dice: “La tua omosessualità non è una cosa grave” o l’altra telefonata alla trentacinquenne Anna Romano, ragazza divorziata incinta ed abbandonata dall’attuale compagno che la voleva far abortire: Papa Francesco le ha fatto coraggio e le avrebbe promesso di battezzare personalmente il suo bambino. Uno che afferma:”Chi sono io per giudicare gay e divorziati?” non ti dà forse speranza? Uno che si schiera apertamente contro la guerra; non ti dà forse speranza? Aristotele dice che la speranza è un sogno fatto da svegli e noi diciamo a questo Papa: Forza, Francesco, facci sognare!
Buona vita!

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