martedì 12 maggio 2009

“Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo” /Gandhi)

















Il clima di intolleranza nei confronti dei clandestini si sta facendo sempre più rovente proprio in queste settimane che precedono le votazioni per il parlamento europeo, sull’onda del successo delle politiche di appena un anno fa, quando si puntò tutta la campagna elettorale sulla carta sicurezza e fu vincente. La situazione però non sembra cambiata di molto: le violenze continuano ad accadere come e più di prima e le uniche novità sono rappresentate dall’istituzione delle ronde della giustizia fai-da-te e dalla finanziaria che sottrae fondi proprio alle forze dell’ordine. Ora ci risiamo di nuovo, la gente vuole fumo ed ora è la volta della guerra aperta al clandestino. Ecco pronte le norme sicurezza che stanno per essere varate nei prossimi giorni col solito sistema del voto di fiducia che garantisce sì il risultato sicuro, ma mortifica la democrazia parlamentare. Tutto questo, si dice, è per rispondere in modo tempestivo e credibile alla pressante richiesta di «sicurezza» che viene dalla maggioranza della popolazione. E' incredibile che un Paese come il nostro, avvezzo ad ogni forma di mafia nostrana; improvvisamente perda il sonno per la paura del clandestino nordafricano che si dà per scontato che viene per delinquere!
Girano anche sui siti esteri le polemiche scoppiate sul no di Silvio Berlusconi a un'Italia multietnica. «Berlusconi sotto tiro per le affermazioni anti-immigrazione», titola il Times Online. E' un tiro incrociato perché le bordate arrivano sia dalla Chiesa cattolica sia dalla sinistra.Scrive il corrispondente del quotidiano britannico Richard Owen: «L'Italia stessa era un Paese di emigrati, ma ora si considera in prima linea nell'assalto dei poveri e spesso disperati africani, asiatici e degli altri migranti che cercano di entrare in Europa». John Hooper ricorda che gli immigrati in Italia sono il 7% della popolazione e qualcuno afferma che, senza immigrati, il sistema produttivo italiano avrebbe serie carenze. L’indignazione e la condanna della comunità internazionale e della Chiesa sono piuttosto uno sprone per una compagine politica che mostra i muscoli sull’onda dell’emotività nazional popolare, in barba ai principi del diritto nazionale, comunitario ed internazionale. Principi basilari come la non discriminazione in base all’appartenenza etnica e religiosa diventano secondari di fronte alla percezione di una emergenza che, anche se fosse vera, non dovrebbe mai perdere di vista le garanzie essenziali della convivenza civile e il diritto internazionale di asilo politico. Intanto ti scaccio e poi verifico se hai un tale diritto! Appena qualche mese fa questi stessi politicanti erano i paladini del diritto alla vita ad ogni costo contro un padre che desiderava alleviare le sofferenze di sua figlia Eluana ed ora fanno squadra contro quattro disperati che gradirebbero per sè quello stesso diritto . La Chiesa ha tante voci; si sentono molto più forti quelle che gridano contro l'aborto, l'eutanasia e la ricerca scientifica; meno forti ma presenti quelle che parlano di integrazione, fraternità, pace e dialogo. Viene da chiederci che fine abbiano fatto per questi credenti della domenica gli insegnamenti del Vangelo. Può essere che nel giorno del giudizio verrà chiesto loro: ” quando ero povero, clandestino, indesiderato su un barcone di disperati, tu dov'eri? perché non mi hai aiutato, difeso?”
Sono sicuro che i clandestini sono davvero nel cuore della Chiesa come asseriva nel 1965 Paolo VI per rom e sinti e non questi politici che propongono nel terzo millennio carrozze della metropolitana riservate agli stranieri, convinti che si debba difendere la nostra identità di popolo fomentando il ritorno alla barbarie.
Cordialmente maestrocastello

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