domenica 3 maggio 2009

Non insegnate ai bambini di G.Gaber


Non insegnate ai bambini
non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
potrebbe far male
forse una grave imprudenza
è lasciarli in balia di una falsa coscienza.

Non elogiate il pensiero
che è sempre più raro
non indicate per loro
una via conosciuta
ma se proprio volete
insegnate soltanto la magia della vita.

Giro giro tondo cambia il mondo.

Non insegnate ai bambini
non divulgate illusioni sociali
non gli riempite il futuro
di vecchi ideali
l'unica cosa sicura è tenerli lontano
dalla nostra cultura.

Non esaltate il talento
che è sempre più spento
non li avviate al bel canto, al teatro
alla danza
ma se proprio volete
raccontategli il sogno di
un'antica speranza.

Non insegnate ai bambini
ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
stategli sempre vicini
date fiducia all'amore il resto è niente.

Giro giro tondo cambia il mondo.
Giro giro tondo cambia il mondo


"Non insegnate ai bambini" è il più degno commiato immaginabile per un artista come Gaber che pone l'individuo al centro del proprio discorso e perciò conserva come ultimo auspicio l'idea di un uomo nuovo, non condizionato dal passato, figlio della Storia ma scevro dei gravami e delle lacerazioni che essa comporta. L’errore che facilmente commette chi educa è trasmettere le proprie verità che sono poi il suo vestito di noia e di tristezza quotidiano. Il bravo educatore invece lascia che gli allievi imparino direttamente dalla realtà ed insegna invece loro ad usare la scuola come luogo di sperimentazione ed osservazione della realtà per capirla, manipolarla, oggettivarla, migliorala ed anche distruggerla, se è il caso. Non trasmettete ai figli, agli alunni i vostri sogni, ma lasciate che se ne costruiscano dei loro. Non pensate di riempirgli la testa dei vostri saggi pensieri, nell'attesa che ne abbiano dei propri; li avrete sottovalutati, annoiati e delusi. Ricordo di una volta che parlavo ai miei alunni di un argomento che ritenevo importante e accorgendomi che Lorenzo da un pezzo era impegnato in lunghi sbadigli, gli chiesi come mai lui non fosse interessato. Apertamente mi disse: “tu parli troppo!”. Evidentemente non si sentiva il protagonista di quella lezione e lo sbadiglio era una richiesta di coinvolgimento. Il mio professore di liceo si affannava ad inculcarmi la sua visione della politica, mentre io covavo altri percorsi. “Non divulgate illusioni sociali/ non gli riempite il futuro di vecchi ideali” dice Gaber; già ne faremmo nuovi scontenti, i figli delle nostre ideologie malate. Lasciamoli sbagliare da soli. Stiamogli invece sempre vicino e diamo fiducia all’amore “il resto è – davvero- niente”.
cordialmente maestrocastello

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