giovedì 30 aprile 2009

Il mondo che vorrei. (primo maggio).


"Ed è proprio quello che non si potrebbe che vorrei, ed è sempre quello che non si farebbe che farei..."così canta Vasco Rossi nel suo pezzo “Il mondo che vorrei” che è anche il tema scelto per il concertone del Primo Maggio di quest’anno.
Tu cosa canteresti? Come lo vorresti il tuo mondo? Quale società, quale famiglia, quali amici, quale amore, quale scuola, quale lavoro……? E’ l’invito alla gente a scrivere mail e le più belle saranno lette da Sergio Castelletto sul palco di San Giovanni. Una cosa è certa aggiunge Vasco: “ …. dico che non è cosi il mondo che vorrei”. Il tema offre spunto di riflessione per ogni aspetto della nostra vita, in una giornata in cui si vuole celebrare particolarmente la festa dei lavoratori. Se pensiamo al mondo del lavoro, non è certo questo il mondo che vorremmo e non per fare polemica gratuita. Certo se pensiamo che per gli operai del primo novecento la giornata lavorativa si misurava secondo il sistema tradizionale di quel tempo: da quando si faceva giorno alle ultime luci del tramonto, più di 12 ore di lavoro giornaliere. Le categorie più agguerrite erano riuscite, a forza di scioperi, a strappare le 8 ore giornaliere. Nel settore della tessitura, invece, erano occupate donne, minori e gente di estrazione contadina: lì era difficile poter scioperare. Infatti le ore di luce giornaliera corrispondevano a quelle di lavoro ed il salario sia di donne che minori si aggirava intorno alla metà e al terzo di un operaio adulto. Il boom degli anni sessanta ci aveva forse abituati male: l’Italia contadina smetteva la zappa e indossava la tuta della grande industria e nelle case comparivano gli elettrodomestici. Il Sindacato ha ottenuto notevoli conquiste quando difendeva l’operaio ed ha perso colpi quando ha sconfinato nella partitocrazia. In tempi di reale recessione, dicono, è già tanto conservare il posto di lavoro! Guai a parlare di fabbriche che chiudono i cancelli, di padri in cassa integrazione, di precari quarantenni della scuola, di figli coi capelli bianchi ancora in cerca della prima occupazione. Una cosa almeno pretendiamo da questo mondo assurdo: che si arresti la lunga sfilza delle morti sul lavoro! Più messa in sicurezza nei cantieri e più controlli. Questo è il mondo che vorremmo: che un precario o un extracomunitario non debbano più rischiar la pelle per una giornata di lavoro. Mettere in sicurezza le strutture, mettere in sicurezza le persone, restituire dignità a chi si fa il culo per far arricchire un altro!
Questo è il mondo che vorremmo. Buon Primo Maggio a tutti!
Cordialmente maestrocastello.

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