martedì 7 aprile 2009

Storia di un terremoto annunciato?


“Tornano in alto ad ardere le favole / Cadranno colle foglie al primo vento” recita Ungaretti e domenica notte la gente aquilana ha visto crollare come foglie i propri sogni, sotto la furia di un vento funesto che non ammette distinzione. Come un avvoltoio, il sisma ha colto una comunità dormiente ed ha dissacrato sia civili abitazioni che luoghi di culto e case di studenti che di sogni ne cullavano parecchi; arrecando ferite fisiche e morali che difficilmente scorderemo. Ha cancellato letteralmente una città d’arte millenaria dal fascino inconfondibile e chi, come me, c’è stato militare lo può testimoniare. In casi come questi, non si smentisce mai il cuore della gente nostra, sempre pronta a far quadrato e ad aiutare chi ha più bisogno. Anche la politica, per una volta, ha tralasciato gli schiamazzi di cortile e s’è adeguata alla situazione. E’ la storia di un terremoto annunciato? Questa, piuttosto, è la polemica del momento, se questa tragedia poteva essere evitata. Le emissioni di gas radon da parte delle rocce sotto stress, le perturbazioni del campo elettromagnetico o il nervosismo degli animali possono bastare agli scienziati per prevedere esattamente un evento sismico? Ha ragione la scienza ufficiale ad affermare che i terremoti non sono prevedibili?
Oltre alle dolorose scene di macerie, le immagini televisive hanno anche mostrato una giovane mamma aquilana in procinto di partorire una bambina. La figlia di questo terremoto che proprio oggi è venuta alla luce rappresenta la speranza del futuro ed è a lei che dedichiamo gli altri versi della breve lirica di Ungaretti.”Ma venga un altro soffio, /ritornerà scintillamento nuovo”. Per lei le stelle torneranno a risplendere e con esse splenderanno anche le illusioni e i desideri crollati. La sua casa che un soffio crudele ha fatto dileguare sarà presto ricostruita e si spera che questa volta lo facciano coi dovuti accorgimenti. Gli stanziamenti vanno fatti prima che questi fatti accadono e non quando “i buoi sono scappati”. Con costruzioni adeguate, in Giappone si sopravvive tranquillamente a terremoti di 5/6 gradi di magnitudine o almeno si riducono i danni di parecchio.
Dedico un caro pensiero alle centinaia di vittime di questa catastrofe e ai loro cari. Un augurio speciale va ai genitori della bimba appena nata, che possano crescerla in una città ricostruita bene, dove non si dovranno più temere le tragedie a cui stiamo purtroppo assistendo in questi giorni.
Cordialmente maestrocastello.

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