lunedì 6 aprile 2009

Tutta colpa di Giuda.


Sabato seguo come al solito “che tempo che fa” e mi gusto l’intervista a Davide Ferrario che presenta l’anteprima del suo nuovo film: “Tutta colpa di Giuda”. Il film si svolge nel carcere delle Vallette di Torino e racconta la storia di un regista che su richiesta del cappellano del carcere deve mettere in scena la Passione di Cristo, a scopo educativo. Il regista si trova di fronte ad una questione che sarà il leit motive di tutto il film: in galera nessuno vuole fare Giuda, cioè la parte dell’infame traditore. Ferrario dice:“mi son sempre chiesto cosa sarebbe successo se Giuda, invece di cedere al famoso bacio, si fosse semplicemente rifiutato di collaborare all'autodistruzione di Gesù….. tutto questo è pensiero, non storia”.
Personalmente credo - ed anche questo è solo il mio pensiero - che la parte di Giuda sarebbe toccata a qualcun altro, inserito in un disegno superiore per la salvezza dell’uomo. Nel 1978 Giuseppe Berto pubblicò ” La Gloria” dove Giuda racconta le vere ragioni del suo gesto: non più il vile tradimento della storia, ma l’accettazione di un disegno terribile, perché si compisse il destino disegnato da Dio. La tesi eretica di Berto non è del tutto isolata; anzi, già a partire dal Romanticismo, esiste un filone letterario che cerca di riabilitare la figura di Giuda. Il tradimento rientra nella fragilità della natura umana e lo comprendo. Provo pietà invece per l’epilogo di disperazione, conseguenza dell’incapacità di chiedere perdono; proprio quando il tuo Maestro è stato l’Uomo-Dio che ha fatto del perdono il tema fisso del suo insegnamento. Tante volte ho cercato di immaginare a come si sentisse Giuda, al rimorso che gli avrà attanagliato l'anima. Ho sempre ritenuto che mancassero due anelli alla sua catena di dolore: quello del pentimento, il suo, che non c'è stato e l'anello del perdono che non sarebbe mancato certamenteb da parte di CHI tutto ha perdonato.
Giuda somiglia al capro espiatorio che nelle cerimonie ebraiche dello Yom Kippur veniva allontanato nella natura selvaggia, portando con sé i peccati del popolo, per essere precipitato da una rupe, poco lontano da Gerusalemme.
Capro espiatorio è qualcuno a cui viene attribuita la responsabilità di una malefatta o di una moltitudine di problemi e deve subirne le conseguenze ed espiarne la colpa. L’ etichetta di capro espiatorio è stata spesso affibbiata a gruppi di minoranza e la sua ricerca è spesso stata devastante, perché diventa più difficile difendersi dalle accuse.
Tra i soggetti usati come capri espiatori nella storia troviamo negri, immigrati, comunisti, terroni, streghe, donne, Ebrei, matti, lebbrosi, omosessuali, tossicodipendenti, disabili, zingari.
E questo è storia, non più il mio pensiero!
Cordialmente maestrocastello.

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