martedì 21 aprile 2009

Che venticinque aprile sarà?


Da un po’ di tempo c’è il desiderio da più parti di riscrivere la storia, naturalmente ciascuno lo farebbe a modo proprio. La nostra Repubblica ha appena i capelli bianchi e non si smette di recriminare sul passato. Repubblica di Salò, prima repubblica, seconda repubblica; ma quando diventeremo veramente una repubblica, o meglio, un vero popolo? La storia è già tutta scritta da un bel pezzo, ma in noi permane l’antico vizio italico: la polemica gratuita. Prendete questo venticinque aprile, sembra una lotta all’arrembaggio, un mercatino delle idee dove ciascuno monta un banchetto per vendere solo le proprie ragioni. Ma quali sono i motivi che impediscono al 25 aprile di diventare una festa di tutti gli italiani?
La Resistenza nacque dall’impegno comune delle ricostituite forze armate del Regno del Sud, di liberi individui, partiti e movimenti che, dopo l’8 settembre del ’43, si opposero all’occupazione nazista dell’Italia e alla Repubblica Sociale Italiana, fondata da Benito Mussolini sul territorio controllato dalle truppe naziste. Il movimento fu caratterizzato dall’impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici). La logica vorrebbe vedere tutte queste forze parimenti coinvolte nella celebrazione di un avvenimento che riguarda tutti e che ha restituito dignità all'intero popolo italiano, senza distinzioni di colore e invece la situazione è un tantino ingarbugliata. Le forze di governo accusano la sinistra di aver monopolizzato politicamente la Resistenza e al loro interno si va dall’aperta ostilità dei pos-fascisti, al pacato interesse di chi aspira al 50% dei voti degli italiani e mostra qualche interesse per l’avvenimento; mentre c’è anche chi non aspetta altro che passi presto questo giorno e si vada già al 26 di aprile, perché non gliene frega niente. I motivi che hanno impedito al 25 aprile di diventare la festa di tutti gli italiani sono molteplici e non a caso negli ultimi decenni si è andati alla riscoperta delle varie resistenze: la resistenza dei soldati italiani prigionieri nei campi di prigionia, il contributo delle popolazioni cattoliche, la riscoperta di eroi partigiani estranei al comunismo ed ai soprusi commessi dagli stessi partigiani. Tutte queste polemiche proprio in un momento di crisi economica e morale, in pieno clima terremoto che ci ha appena visti far quadrato intorno ai fratelli dell’Abruzzo; ma si sa, siamo alla vigilia di elezioni e non possono non approfittare di gettar discredito sull'avversario di turno: tutti contro tutti: troppo spesso è in questo modo che si fa campagna elettorale. Così il 25 aprile alcuni saranno coi soldati e non coi partigiani, chi a ricordare partigiani liberali, chi festeggerà solo il santo del giorno, chi andra nei cimiteri americani per ricordare gli Alleati, chi ricorderà solo gli eroi dimenticati e chi andrà semplicemente al mare.
Spero che Silvio Berlusconi partecipi davvero alla ricorrenza senza essere fischiato e che, una volta tanto, domini il buon senso. Spero che ciascuno partecipi con spirito pacifico,che onori il sacrificio delle tante vittime che sono morti per darci dignità e, almeno per un giorno , si metta il bavaglio a tutte le polemiche.
cordialnente maestrocastello.

1 commento:

  1. Il 25 aprile è la fine di una tremenda storia e l'inizio di un'altra. La sottomissione allo stato americano in tutti i sensi e alla mafia, senza la quale le truppe statunitensi non sarebbero mai riuscite a sbarcare in Italia. E' una data particolare, piena di contraddizioni che solo in uno stato fasullo come l'Italia, abitato da un non-popolo, non riesce a trovare la sua importanza.

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