martedì 15 febbraio 2011

Gocce di vita.


L’acqua  è fonte primaria di vita, ma è una risorsa sempre più scarsa, a differenza di quanto avveniva in passato, quando è stata considerata per anni un bene di poco valore in quanto ritenuta di fatto inesauribile e di nessun costo reale. L’acqua non è una merce, ma una risorsa fondamentale per la vita degli esseri viventi e riveste un’importanza capitale per attività umane primarie quali agricoltura ed allevamento di bestiame. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite il 33% della popolazione mondiale non ha accesso all’acqua potabile e la sua  mancanza  provoca il 19% di morti per malattie infettive. Certo fa rabbia confrontare gli sprechi che  facciamo in Italia e la drammatica situazione di chi non ha accesso a quello che dovrebbe essere un diritto naturale per l’umanità. Il problema dell’assenza d’acqua l’ho vissuto da bambino al mio paese di nascita, Sant’Agata di Puglia, in provincia di Foggia, allora non avevamo ancora l’acqua in tutte le case. Donne e bambini facevano la fila ai fontanini del paese, armati di secchi di rame . Quelli che avevano il privilegio di farsi allacciare una conduttura d’acqua nella propria abitazione erano considerati dei signori. Specialmente in estate i fontanini erano sempre  a secco e l’acqua la mettevano solo ad ore prefissate. Ricordo che appena qualcuno avvertiva il primo scroscio, cominciava il passaparola, di casa in casa: “è arrevèta l’acqua!...è arrevèta l'acqua!" proprio come fanno in  certi spot pubblicitari ed iniziava anche la corsa generale a fare scorte giganti. Ancora oggi, mi emoziona veder scorrere acqua in abbondanza da una fontana e mi è rimasta l’educazione al risparmio. Quando faccio la doccia, apro l’acqua solo dopo essermi insaponato a puntino; quando faccio la barba non lascio scorrere acqua in continuazione, ma solo quando serve; uso insomma tanti piccoli accorgimenti perché ho un certo pudore nei confronti dell’acqua. Lo stesso pudore non ce l’hanno invece gli amministratori pubblici. Lo sapevate che a causa degli impianti idrici fatiscenti delle nostre città, partono mille litri alla fonte e ne arriva ai nostri rubinetti solo una parte e il resto va disperso? Con la legge Rochi del 2007 il governo ha pensato di affidare ai privati la gestione dell’acqua e siccome il privato lo fa esclusivamente per guadagno, non permetterà che vada sprecata  una sola goccia; perciò rinnoverà certamente le condutture cittadine con i contributi pubblici e anche appesantendo le nostre bollette. Insomma l’acqua potrebbe costare molto cara. Mi chiedo, perché questa operazione non la mettono in cantiere i Comuni?  Pensate,  a Milano, un Comune che funziona,  su cento litri che vengono immessi negli impianti, se ne disperdono appena sette. Allora, di cosa stiamo discutendo! Al referendum di giugno voterò contro la privatizzazione dell’acqua; ma le amministrazioni pubbliche bisogna che si diano una mossa. Intanto ai privati diciamolo con forza:”Giù le mani dall’acqua!”.
Buona vita!                                                                                                                      
maestrocastello

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