giovedì 10 febbraio 2011

Vite inghiottite dall’oblio.


Il ricordo:                                                                                                                         
Mi accingo  a scrivere questo post nel “giorno del ricordo” e lo faccio volutamente alla fine della giornata, quando ormai si sono spente le luci,  consumate cerimonie, deposte corone e la politica ha mostrato il lato buono del suo volto di circostanza. A sera si può riflettere con calma e volevo appunto fare alcune riflessioni sull’argomento insieme a voi, perché credo sia il modo migliore per ricordare le tante vite di italiani prima spezzate e poi inghiottite in un oblio durato oltre sessant’anni. Mi è capitata la lettera di una straniera che dice di aver imparato un vocabolo nuovo della nostra lingua, “foiba”, parola che ha trovato densa di significato; a differenza  di tantissimi italiani che nemmeno conoscono, non per ignoranza; ma perché nessuno gliela ha mai insegnata. Dal latino, foiba significa fossa e nell’Italia nord- orientale designa una cavità carsica di origine naturale, con un ingresso a strapiombo. Fu proprio in quelle voragini che tra il ’43 ed il ’47 vennero gettati vivi e morti oltre diecimila italiani .
                                                                                                             
                                                                                                                          
la storia :
Prima del ’43 i fascisti avevano consumato angherie verso i partigiani slavi. Dopo l’8 settembre di quell’anno, furono gli slavi a vendicarsi di fascisti e italiani non comunisti, torturando, uccidendo e gettando nelle foibe oltre mille italiani. Nel ’45 le truppe iugoslave del maresciallo Tito occuparono  Trento, Trieste e l’Istria, iniziando un’odiosa pulizia etnica: a cadere nelle foibe furono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti uomini di chiesa, donne, anziani e bambini; quasi diecimila italiani uccisi barbaramente.  Tito voleva eliminare dalla futura Jugoslavia tutti i non comunisti.   




Riflessioni :
In tutta franchezza, a scuola vi hanno mai parlato di foibe? No?!? Si vede che non andava di moda. La storia riflette spesso quello che è il pensiero dominante del tempo, ecco che abbiamo la storia del "Fez e moschetto”, la storia del libro "cuore”, la storia della “Resistenza”, La storia della “caduta del muro”, la storia delle "torri gemelle",  del post-comunismo e via discorrendo. La storia, ciascuno  vorrebbe  riscriverla a suo comodo. Fatto ne è che la nostra Italia,  sia quella storica, politica, didattica, dello stato civile; andando in confusione sugli ultimi anni di guerra, ha preferito sollevare il tappeto e buttarvi sotto la sporcizia e di quei fatti così atroci nessuno ha mai fatto menzione, se ne sussurrava soltanto; ma non se n’è mai parlato chiaramente. Il risultato è una confusione imbarazzante. Queste giornate penso che siano pura retorica fintanto che continuiamo a considerare il “Venticinque Aprile” una ricorrenza gradita solo a sinistra, il “”Giorno del Ricordo” rivendicata e riconosciuta solo da quelli di destra e la conferma arriva proprio stasera con la notizia che gli autonomi hanno fatto scempio del monumento che il Comune di Santa Margherita Ligure  aveva eretto in onore dei caduti delle foibe. Il presidente della provincia di Salerno, uomo di destra, proprio l’anno scorso aveva  cancellato “La Resistenza” dai manifesti del 25 aprile nella sua città. Di cosa stiamo allora parlando? Bisogna fare una seria riflessione per le Foibe come per la Shoah e per tutti quei drammi del passato, il cui ricordo non ha il senso della rivalsa, ma della lezione di vita nel confronto dei più giovani e dobbiamo farla tutti insieme, non in quanto di destra o di sinistra; ma in nome della nostra dignità di uomini. Ce la faremo mai? Ho i miei dubbi e mi chiedo: quante vite dovremo vivere, per viverne adeguatamente almeno una?
Buona vita!
maestrocastello.

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