domenica 27 febbraio 2011

Stanno uccidendo la lingua italiana.

















Un po’ di storia :                                                                                                            
Fino al IX° secolo nei paesi europei si parlava la lingua dei Romani e cioè in latino.  Fu con il Concilio di Tours ( anno 813), al tempo del Sacro Romano Impero di Carlo Magno, che ebbero il loro corso ufficiale le lingue romanze. Il Concilio stabilì che il latino corretto restasse in uso fra tra gli alti ranghi ecclesiastici e politici, mentre i religiosi, per farsi capire dalle masse analfabete, dovevano tradurre le loro prediche nella lingua romana rustica, detta romanza.  L'italiano è detto appunto lingua  romanza, dall'espressione latina: "romanice loqui" ( parlare come i Romani) ed è diretta erede del latino, basata sul fiorentino usato nel Trecento. In Italia, però, la lingua romanza o volgare verrà impiegata più tardi rispetto agli altri Paesi europei sia perché il latino era più profondamente radicato nelle nostre culture locali sia perché da noi non sussisteva ancora una compattezza politica territoriale. Infatti le prime manifestazioni artistiche in Italia si ebbero a Palermo, grazie a Federico II° (1215-1250) che aveva saputo  amalgamare un minestrone di regioni meridionali nel Regno delle Due Sicilie. 
La lingua italiana come collante unitario :         
La lingua italiana al pari della cucina è riuscita là dove i governi hanno fallito. Ci pensate che nel1860  erano stati disegnati i confini di un regno, l’Italia, al cui interno gli abitanti non si capivano l’un l’altro? L’analfabetismo in quegli anni toccava cifre spaventose. Un merito va riconosciuto alla radio-televisione che ha divulgato una lingua che finalmente ci accomunava  tutti da Bolzano a Lampedusa. Una menzione speciale, nel 150° dell’Unità nazionale, va attribuita al maestro elementare Alberto Manzi che, negli anni 50-60, contribuì all’alfabetizzazione di milioni di analfabeti adulti, attraverso un innovativo modo di insegnamento a distanza. Alle sette di sera, in ogni paesino d’Italia, la gente si riuniva davanti al televisore per assistere a “Non è mai troppo tardi”, dove quest’uomo bonario, su un semplice blocco di carta montato su un cavalletto, scriveva col  carboncino lettere e parole corredate sempre da un accattivante disegnino di riferimento. Grazie a lui, più di un milione e mezzo di italiani conseguirono la licenza elementare. L’accesso alla cultura anche da parte delle classi meno abbienti ha permesso ad una fetta più ampia di popolazione di conoscere poeti e letterati italiani che hanno espresso tutta la loro arte attraverso una lingua divenuta sempre più aulica e sempre più nobile.

La lingua italiana si  è ammalata
Da alcuni decenni è iniziata una lenta e progressiva agonia della lingua nazionale e le cause sono molteplici. La massificazione della cultura ha sminuito l’azione incisiva che un tempo aveva la scuola: il voto politico, la facilità di ottenere il diploma, la disabitudine alla lettura hanno fatto sì che freschi diplomati non sono più in grado di scrivere quattro righe senza commettere una montagna di errori. L’inglese ha fatto irruzione nella nostra vita e dalla pubblicità alla musica siamo inondati di termini accattivanti di cui non conosciamo il significato. I nostri ragazzi cazzeggiano con questa lingua e poi sono insufficienti nelle interrogazioni. Ora parlare è diventato chattare e se ci ficcate il naso in Facebook, vi accorgerete che fine ha fatto la nostra grammatica. Il cellulare poi ha completato il massacro: i ragazzi ormai si esprimono solo per sigle: tvb, ok, out, in, xchè, +ttosto ecc…..  ed a me non resta altro che dire: “p.l.i. !” che non è la sigla di un nuovo partito politico, ma sta semplicemente per : “povera lingua italiana!”
Buona vita!
maestrocastello

1 commento:

  1. Il vero problema è che dovrebbero essere per primi gli insegnanti a leggere i libri e poi inculcarlo ai ragazzi. Pochi di essi leggono abitualmente un giornale e questo è grave!

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