sabato 19 novembre 2011

Donne in rete.


Se la donna non ha credito quando è al volante, lo guadagna, invece, quando è al computer. E sì, sembrerebbe proprio che le donne al computer, o meglio in rete, risultino più prudenti degli uomini, secondo quanto emerge da una recente indagine sui comportamenti  on-line dei due sessi. Eppure fin dalle origini l’informatica è stato territorio prettamente maschile. Le informazioni che si ricavano dai testi di storia, corsi universitari e siti web di indirizzo storico sembrano essere tutti concordi: l’informatica ed il computer sono stati pensati, progettati e realizzati e fatti progredire solo da uomini. Eppure le donne hanno avuto un ruolo importante nella storia dell’informatica ed il loro contributo è stato fondamentale  per l’evoluzione del pensiero umano e ciò resta ancora oggi sconosciuto a molti. Le donne sono presenti nel campo dell’informatica fin dalle sue origini. Pensate che a gettare le basi concettuali della programmazione di computer è stata proprio una mente femminile, la figlia di Lord Byron, Ada Byron Lovelace, poetessa anche lei come il padre, ma in più, programmatrice ed incantatrice di numeri. Ada  è considerata la prima programmatrice di computer al mondo, lei, già nel diciannovesimo secolo, riesce a prevedere lo sviluppo e il futuro uso creativo dei software ed anticipa i principi organizzativi del calcolo automatico moderno. Parla della macchina ideata dal suo maestro Charles Babbage  come di uno strumento in grado di comporre musica, produrre grafica, portare a termine lavori scientifici e di alta complessità, citando anche l’intelligenza artificiale. Ci pensate che già due secoli fa, questa donna, aveva previsto esattamente ciò che oggi saremmo stati in grado di fare coi nostri computer? Ma Ada non è stata la sola, va ricordata anche la matematica ungherese Ròzsa Péter, ideatrice delle “funzioni ricorsive” e le 80 donne matematiche che nel 1942 realizzano il progetto Eniac, all’interno dell’esercito americano Un posto speciale occupa Grace Murray Hopper che attraverso i suoi studi ha reso il computer uno strumento accessibile a tutti. I primi computer erano roba per soli studiosi, perché usavano il linguaggio binario e questa donna si pose l’obiettivo di scrivere programmi per computer per permettere anche a persone normali, come noi, di usare il computer direttamente, senza dover dipendere da specialisti. Grace partecipa a vari progetti dove sono inseriti uomini e donne, ma a lei piace lavorare preferibilmente con altre donne  e ne parla in modo lusinghiero: ”Le donne finiscono per essere davvero delle brave programmatrici per una ragione in particolare. Sono abituate a portare a termine le cose, mentre gli uomini non lo fanno molto spesso”. Infine voglio ricordare Anita Borg, fondatrice di ”Systers”, la più grande comunità al mondo per lo scambio di e-mail tra donne che operano in ambito informatico. La Borg non ha fatto grandi scoperte in campo informatico, ma ha avuto la capacità unica nell’ unire la competenza tecnologica e la visione spregiudicata che ha stimolato numerose donne ad avvicinarsi e lasciarsi coinvolgere dalla tecnologia piuttosto che ignorarla. Anita  è una figura che ha dedicato la sua vita a rivoluzionare il modo in cui la gente pensa alla tecnologia, cercando di abbattere tutte le barriere che ostacolano l’approccio di donne e minoranze nei confronti dell’ informatica e della tecnologia in genere. La speranza ora è quella di avere sempre più donne alla tastiera, per abbattere ulteriori tabù.
Buona vita!
maestrocastello.

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