mercoledì 30 novembre 2011

Diversi si nasce, uguali si diventa.

Il palloncino nero.
Un bambino dalla pelle scura era incantato a guardare il venditore di palloncini alla fiera del villaggio. L'uomo era evidentemente un ottimo venditore, poiché lasciò andare un palloncino rosso che sali alto nel cielo, attirando così una folla di aspiranti piccoli clienti. Slegò poi un palloncino blu
 e subito dopo uno giallo e un altro bianco, che volarono sempre più in alto, finché scomparvero del tutto. Il bambino di colore continuava a fissare il palloncino nero, poi si fece coraggio e finalmente domandò: «Signore, se tu mandassi in aria un palloncino nero,  quello volerebbe in alto come gli altri?». Il venditore rivolse al bimbo un sorriso affettuoso, poi strappò il filo che teneva legato il palloncino e, mentre saliva in alto, spiegò: «Non è il colore che conta; é quello che c'è dentro che lo fa salire».

Per la riflessione : Oltre ad essere un ottimo venditore di palloncini, quel signore, era anche una persona piena di saggezza che non aveva un pensiero prevenuto verso la diversità, come capita, invece, a tanti di noi. Oggi siamo ancora in tanti  che pensiamo, purtroppo, che i palloncini neri non ce la possano fare a volare come gli altri. No, non è vero che la diversità viene accettata da tutti spontaneamente. Ci sono momenti in cui essa mette a dura prova i nostri nervi, ci sono frangenti in cui vorremmo annullarla, come d'incanto, per trovarci tutti d'accordo, con gli stessi gusti e gli stessi desideri..Tendenzialmente siamo portati all’omologazione, a valutare le persone esclusivamente per le somiglianze che hanno con noi e a rifuggire ogni diversità. La scoperta dell’altro, della diversità ci disorienta. Dalla percezione negativa dell’altro può scaturire la paura, l’intolleranza, l’indifferenza o addirittura il razzismo; una percezione positiva, invece, può suscitare un incontro nuovo, un cambiamento, una caduta di pregiudizi e un avvicinamento interpersonale. Spesso l’uomo moderno vede la diversità solo come una minaccia alle sue opinioni, alla propria personalità e non considera il valore della differenza di cui parlano già grandi filosofi del secolo scorso come Hegel ed Heidegger. Solo quando ci decideremo ad abbandonare il nostro pensiero prevenuto che ostacola l’emergere di una cultura dell’integrazione, riusciremo finalmente a considerare  il negretto, il disabile, il socialmente diverso, la donna, l’omosessuale e l’anziano come portatori di quella implicita diversità che costituisce il tratto della comune appartenenza al genere umano. Nel diverso impariamo a guardare la persona in tutta la sua dignità. Ricordiamoci che diversi si nasce e uguali si diventa, ma tutto dipende da noi!
Buona vita! 
maestrocastello  

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