sabato 12 novembre 2011

La casa va a fuoco e questi litigano sul nome del pompiere che spegnerà l’incendio.


L’Italia è a rischio bancarotta eppure ce n’è voluto di tempo per far capire a questo governo che l’ora della ricreazione era finito, che il malato era grave  e c’era bisogno di cure mirate. Fino alla vigilia della scorsa estate si negava perfino che la crisi riguardasse anche noi, poi ci sono state due manovre economiche che gli speculatori hanno vanificato in pochi mesi. Gli alti interessi del nostro debito pubblico hanno  presto inghiottito i sacrifici imposti alla gente. La situazione è precipitata a tal punto, che gli italiani, questa settimana,  si son ridotti a monitorare  costantemente lo spread che insieme al livello del Po costituiscono due serie minacce per le nostre vite. Dopo aver speculato sul debito pubblico, gli insospettabili padroni della finanza mondiale,  cui nessuno s’è preoccupato di mettere un freno, hanno iniziato a speculare puntualmente anche sulla mancata crescita di Paesi come il nostro , che, stremati dai tagli, non sono più in grado di trovare le risorse per finanziare gli investimenti produttivi. Mettiamoci pure che le ricette anticrisi, intraprese finora, oltre a non fornire valide garanzie ai nostri creditori; hanno finito per generare la caduta dei consumi, nuova precarietà, emarginazione sociale e maggiori disuguaglianze. L’unica medicina utile in questo momento sarebbe la crescita ed è proprio di oggi l’approvazione trasversale della legge di stabilità economica e le dimissioni dell’attuale governo, per fare spazio ad un governo (Monti, si dice)che dia fiducia ai mercati e sia in grado di prendere alcuni provvedimenti necessari a traghettare l’Italia fuori dalla crisi. Non è certo il tempo, questo, di badare all’orticello privato; tutti dovrebbero anteporre gli interessi del Paese a quelli  di partito. Monti, Alfano, Dini,Amato, Gianni  Letta, questi sono i nomi che circolano.  Ragazzi, sembra che i politici non abbiano alcuna fretta e non hanno ben compreso la gravità del momento. La casa va a fuoco e non sembra tanto importante chiamare presto i pompieri, quanto  chi deve avere questo privilegio. I partiti hanno iniziato la loro manfrina, ciascuno fa i propri conti  e i nomi graditi, in proiezione  elettorale e si muove secondo le proprie convenienze. Qualsiasi governo arriverà  richiederà, comunque, nuovi sacrifici per fronteggiare la crisi. La nostra gente è disposta a stringere ancora una volta la cinghia, purché ci restituiscano un Paese risanato, dove ci sia crescita economica, giustizia sociale e buone prospettive per il futuro dei nostri figli. Questo è possibile?
Buona vita!
maestrocastello

Nessun commento:

Posta un commento