Oggi è la giornata dei nonni e, aldilà dei facili entusiasmi e delle frasi fatte da consumarsi nel tempo di questa sola giornata, la ricorrenza deve indurci a qualche utile riflessione. L'invecchiamento è un evento rilevante nei paesi industrializzati e ancor più in un paese in crisi come il nostro, perché produce produce trasformazioni di natura politica, sociale e culturale a cui la società deve delle risposte. L'anzianità è una strada che tutti, prima o poi, dobbiamo percorrere e l'importante è che ce la facciano con dignità, non con la sensazione di essere scesi di categoria, solo perché non siamo più parte attiva del mondo del lavoro; ce la facciano vivere, invece, con la consapevolezza di essere uguali ed umani. Il compito di una società degna e moderna consiste nel mettere in atto politiche d'integrazione e inclusione socio-culturali della persona anziana, contrastando comportamenti che si concretizzano nell'emarginazione o nell'abbandono che provocano malattie sociali quali solitudine e senso di essere inutili da cui difficilmente si guarisce. Non basta ghettizzare un anziano, relegandolo in un campo di bocce o limitandosi a piazzarlo davanti ad una scuola con la fascia da vigile; bisogna invece aiutarlo a sentirsi meno solo, invitandolo a stare in mezzo agli altri, come parte integrante della nostra comunità. Le società moderne non fanno altro che alzare continue barriere contro le diversità e spesso l'anziano vive, specie nelle grandi città, chiuso in casa, come fosse agli arresti domiciliari.
Badate bene che l'anziano non è un peso, ma una risorsa preziosa per ogni società che vuole progredire con dei sani principi. Ogni tanto dovremmo posare le cuffiette, spegnere il cellulare e ascoltare un anziano, ne avremmo di cose da imparare. Proviamoci qualche volta, scopriremo che sono dei libri parlanti, fonte di saggezza; molto meglio della televisione o di un testo di scuola.
Buona e lunga vita ai nostri nonni!
Badate bene che l'anziano non è un peso, ma una risorsa preziosa per ogni società che vuole progredire con dei sani principi. Ogni tanto dovremmo posare le cuffiette, spegnere il cellulare e ascoltare un anziano, ne avremmo di cose da imparare. Proviamoci qualche volta, scopriremo che sono dei libri parlanti, fonte di saggezza; molto meglio della televisione o di un testo di scuola.
Buona e lunga vita ai nostri nonni!
Metto una mia poesia
sul tema, pubblicata nelle annate passate
La casa degli anziani
si chiama solitudine.
Incessante vi soffia
il vento dei ricordi.
si chiama solitudine.
Incessante vi soffia
il vento dei ricordi.
Saggi, buoni
pieni di memoria
sono gli anziani:
carezze nelle mani
dure come i sassi,pieni di memoria
sono gli anziani:
carezze nelle mani
sorrisi tra le rughe
profonde di fatica
e un velo di stanchezza nelle ossa.
Non so dove abbiano imparato,
dove trovino le risposte,
anziani pieni d’amore:
enciclopedie di saggezza,
storie viventi ;
basterebbe solo ascoltarli
e tanti se ne dimenticano.
Vorrei fermare il tempo,
entrare nella fissità del loro sguardo
per farli sentire importanti,
meno malati e meno stanchi,
levargli quella eterna voglia
di morire prima del tempo.
Testimoniare che un futuro di speranza
confida sulle tracce del loro passato.
maestrocastello
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