E
per la barca che è volata in cielo/che i bimbi ancora stavano a giocare/che gli
avrei regalato il mare intero/pur di vedermeli arrivare…. Vecchioni ne aveva
scritto il copione ed oggi quel film è stato girato davvero, a sud della nostra
penisola, dove gravita un’umanità dolente, un’umanità fatta di sogni fragili
che spesso s’infrangono in un mare
crudele; proprio com’è accaduto oggi a Lampedusa e quei bimbi,
purtroppo, non li vedremo mai arrivare. Su questo mare nostrano transitano
verso una terra promessa i barconi della disperazione che trasportano quelli
che un tempo erano esseri umani ed ora, avendo perduto la propria dignità, sono
divenuti solo dei corpi che vengono imbarcati, si perdono in mare, vengono
respinti e quando vengono accolti, vengono ammassati come bestie, in
condizioni igieniche spesso assurde; corpi che lottano per essere integrati,
che vogliono riappropriarsi finalmente della dignità di un tempo e noi facciamo
del tutto per impedirglielo. Queste cose non dovrebbero accadere, eppure accadono
quotidianamente e accade pure, come oggi, che questi disperati, per farsi
notare ed essere tratti in salvo, accendano un fuoco con una coperta e
malauguratamente la barca prenda fuoco e, in queste ore ne stiamo contando di
morti a centinaia. Vergogna! Vergogna perché ben tre pescherecci hanno
rifiutato di dare soccorso, vergogna perché la politica si sta palleggiando le
colpe, vergogna per quelli di noi che, accecati da odio e razzismo, sono in
preda alla sindrome dell’invasione. Bisogna cambiare il nostro modo di pensare,
stemperare rancore e paura verso chi arriva da fuori, tramutandoli in speranza
di costruire insieme una società multietnica, dove le differenze non
rappresentino più un limite, ma piuttosto un valore aggiunto. Finché accadranno
fatti dolorosi come quello di oggi, dovremo solo gridare: vergogna!
Roma, 3 ootobre 2013
maestrocastello
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