martedì 1 ottobre 2013

Dieci favole politicamente scorrette (seconda puntata)

Il cavaliere e la mela.
di Andrea Camilleri

Quand’era picciliddro, e quindi non ancora Cavaliere, il futuro Cavaliere vide un compagnuccio che stava a mangiarsi una grossa mela. Gliene venne gana irresistibile. Facendo finta di niente, si accostò al compagnuccio, gli strappò la mela e la pigliò a morsi.
La zia monaca del futuro Cavaliere, che era una santa fimmina, a quella scena aspramente rimproverò il nipote.
“Non sono stato io a rubare la mela” ribatté il picciliddro, continuando a dare morsi al frutto. “La colpa è del mio compagno che se l’è lasciata rubare”.
(Andrea Camilleri)

…………

Vedete com’è la vita, si comincia rubando una mela da piccoli e si finisce per far carriera da grandi. Ma non avevo letto da qualche parte: “Va in galera per aver rubato una mela”? Sì, ma non è per tutti così. Quelli sono poveracci che rubano per fame e perciò vanno in galera; ma se rubi per arricchirti e sei magari onorevole o, che so io, primo  ministro; non ti fanno nulla.  Ragioniamo: Se non riescono a mettere in galera un cristiano, nonostante ch’è stato giudicato e condannato, in maniera definitiva, a quattro anni di carcere; lo potevano carcerare da piccolo, per aver semplicemente rubato una mela al compagno?
Morale: Se avete deciso di rubare una mela, fatelo da piccoli, che da grandi vi mettono dentro. Questa è la vita: chi ruba poco è fesso e va in galera, chi ruba molto è furbo e fa carriera.

Buona vita!
maestrocastello

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