Il cavaliere e la mela.
di Andrea Camilleri
Quand’era picciliddro, e
quindi non ancora Cavaliere, il futuro Cavaliere vide un compagnuccio che stava
a mangiarsi una grossa mela. Gliene venne gana irresistibile. Facendo finta di
niente, si accostò al compagnuccio, gli strappò la mela e la pigliò a morsi.
La zia monaca del futuro
Cavaliere, che era una santa fimmina, a quella scena aspramente rimproverò il
nipote.
“Non sono stato io a rubare
la mela” ribatté il picciliddro, continuando a dare morsi al frutto. “La colpa
è del mio compagno che se l’è lasciata rubare”.
(Andrea Camilleri)
…………
Vedete com’è la vita, si
comincia rubando una mela da piccoli e si finisce per far carriera da grandi.
Ma non avevo letto da qualche parte: “Va in galera per aver rubato una mela”?
Sì, ma non è per tutti così. Quelli sono poveracci che rubano per fame e perciò vanno in galera; ma se rubi per arricchirti e sei magari onorevole o, che so io, primo ministro; non ti fanno nulla. Ragioniamo: Se non riescono a mettere in galera un
cristiano, nonostante ch’è stato giudicato e condannato, in maniera definitiva, a
quattro anni di carcere; lo potevano carcerare da piccolo, per aver
semplicemente rubato una mela al compagno?
Morale: Se avete deciso di
rubare una mela, fatelo da piccoli, che da grandi vi mettono dentro. Questa è
la vita: chi ruba poco è fesso e va in galera, chi ruba molto è furbo e fa
carriera.
Buona vita!
maestrocastello
maestrocastello
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