lunedì 9 novembre 2009

Il crocifisso non deve diventare un'arma!


Il crocifisso è sempre stato esposto nelle aule scolastiche? Ma qual è il luogo deputato ad ospitare un crocifisso? La storia dice che l’esposizione dei crocifissi nelle scuole pubbliche italiane venne disposta mediante circolare, con riferimento alla Legge Lanza del 1857, per la quale l’insegnamento della religione cattolica era fondamento e coronamento dell’istruzione cattolica ( quella era la religione di Stato). L’esposizione del crocifisso negli uffici pubblici è invece datata 11 novembre 1923 (con ordinanza ministeriale); mentre nelle aule giudiziarie, fu disposto con Circolare del Ministro Rocco il 29 maggio 1926 (siamo in piena era fascista). Ora siamo nel 2009 ! C'è stato nel frattempo un Concordato (Patti Lateranensi del 1929) e la sua Revisione nel 1984 e bisogna considerare inoltre che negli ultimi trent'anni sono avvenuti notevoli mutamenti della società con cui dobbiamo fare i conti. Già con la revisione del concordato del 1984, voluta da Craxi, la religione cattolica non è più l’unica religione di Stato da oltre vent’anni. Si è abbandonato il principio della religione cattolica come religione dello Stato, attenuando così la posizione di privilegio del passato riconosciuta alla religione cattolica e, nello stesso tempo, si è contribuito al rafforzamento dei principi costituzionali di libertà individuale e collettiva in materia religiosa
(art. 8- 18.-21della Costituzione Italiana). L’ora di religione cattolica nelle scuole pubbliche è facoltativa, anche se impartita da docenti che vengono stipendiati regolarmente dallo Stato Italiano, con i soldi anche di quei contribuenti che hanno un diverso orientamento religioso o non credono affatto. Ma passi! Il nuovo secolo ha portato nelle nostre aule milioni di bambini colorati da paesi lontani, bambini che sono italiani a tutti gli effetti, che mangiano la pastasciutta e che pregano un dio diverso dal nostro. Siamo stati messi difronte alla necessità di allargare il nostro orizzonte culturale e non guardare sempre e solo al nostro orticello; ma per molti ciò risulta ancora estremamente arduo ed inaccettabile. Le questioni legate ai problemi dell'integrazione hanno acceso in questi anni vivaci dibattiti che evidenziano come, ancora, facciamo fatica ad accettare queste presenze (a molti sgradite) e tutti i problemi ad esse legate. Il crocifisso nelle aule scolastiche, onestamente, non ha mai rappresentato un problema per nessuno, tant'è che la sua presenza nelle aule è, sì, gradita; ma mai imposta o controllata. So, per esperienza diretta, che tante aule sono sguarnite di crocifisso e nessuno se ne scamdalizza.
La recente sentenza dell'Alta Corte Europea che vieta l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche ci induce a fare alcune doverose considerazioni : se da un lato sancisce un diritto per i non credenti; mi pare che esageri quando afferma che il crocifisso "costituisce una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni”. Il pericolo vero è che questa del crocifisso diventi la crociata del terzo millennio e che il Simbolo della sofferenza e della pace sia costretto ad assistere all'ennesima Guerra Santa, combattuta da gente
in completa buona fede; ma anche da chi è aduso a trarre vantaggio da ogni cosa. "Meno croce e più vangelo" predicava don Milani che, per rispetto ai suoi studenti, riponeva il crocifisso nel cassetto quando insegnava a Calenzano.
Penso che per un cristiano-cristiano l'unico luogo dove deve stare il crocifisso è un non luogo, cioè la sua coscienza, come afferma anche don Aldo Antonelli in questa provocatoria riflessione che vi propongo intgralmente.
Buona vita!
maestrocastello



"Non nelle aule del tribunale, là dove spesso vengono condannati gli innocenti ed assolti i delinquenti; né sulle vette dei monti e delle colline, deturpate dalla bulimia vorace di impresari senza scrupoli e amministratori conniventi; e nemmeno nelle aule scolastiche, là dove spesso si ricicla una cultura intrisa di violenza e di soprusi. No! L’unico luogo in cui degnamente può stare una croce è un non luogo: è la coscienza del credente, là dove nascono e maturano quei comportamenti che fanno del cristiano, questo sì, il vero segno della di Lui presenza.
Lamentiamo e protestiamo contro quello che nei secoli è stato un vero e proprio trasloco abusivo da una testimonianza esistenziale interiore ad una invadenza superficiale esteriore. Una croce ridotta a simbolo culturale costituisce, per la sensibilità del credente, una profanazione di svuotamento; mentre per molti politici ed altrettanti ecclesiastici diventa moneta di scambio per il consolidamento delloro potere. Simbolo equivoco è diventata questa croce trasformata in spada, che invece di unire divide e che invece di proporsi si impone".

don Aldo Antonelli

1 commento:

  1. Temo che la crociata del terzo millennio sia già iniziata... ahimè... Temo anche che coloro che oggi si naccaniscono contro il crocifisso non abbiano ben chiaro cosa rappresenta, non solo per i cattolici ma anche per la storia del nostro Paese... temo che per l'ennesima volta sia stato trovato il capro espiatorio...
    Agnese

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