mercoledì 25 novembre 2009

L'Italia paese di santi, poeti, navigatori ed....evasori!


L’Italia è un paese di santi, di poeti, di navigatori e, soprattutto, di evasori fiscali. Si distinguono in quest’ultima categoria, secondo gli esperti del ramo, artigiani, commercianti, medici, avvocati e piccoli imprenditori. Gente che fattura centinaia di migliaia di euro, ma ne dischiara solo qualche decina. A dare una mano a costoro concorriamo anche noi, cittadini comuni, che non esigiamo sempre la ricevuta fiscale, in cambio di qualche sconticino su acquisti o prestazioni artigianali. Si calcola che, annualmente, sfuggono al fisco 100 mila milioni di euro, pari all’importo di diverse “finanziarie” del governo italiano. Nell’art. 53 della Costituzione si dice che: “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Ci siamo mai chiesti che cosa sono le tasse? E le imposte?; ma soprattutto, perché è importante pagarle?
Le tasse e le imposte servono per il benessere comune e quindi per fornire servizi (come scuole, ospedali…) a tutti i cittadini… di tutto il mondo e… di tutti i tempi!
Naturalmente sta all’efficienza di uno Stato, alle sue strutture organizzative, alla reale volontà politica di far pagare proprio a tutti, alla gestione dell’amministrazione finanziaria, ispirata da principi di trasparenza, semplificazione e controllo che la macchina statale percorra binari di efficienza e di giustizia.
La storia ci insegna che il pagamento delle tasse è fatto antico: già in Egitto bisognava pagare le tasse e l’amministrazione che se ne occupava era organizzatissima, annotava tutto e nulla sfuggiva di quanto era prodotto nel paese.
Contadini, artigiani e pescatori che portavano quanto producevano nei magazzini dello Stato erano ricompensati con la ridistribuzione dei prodotti stessi, a seconda delle necessità. Durante il Medio Evo vigeva un sistema di privilegi ed a pagare tasse e gabelle varie erano solo i servi della gleba : tra pedaggi, affitti dei poderi e corvées varie; i contadini non dovevano essere tanto allegri. Sempre la storia insegna ancora che se si tira troppo la corda, scoppiano le rivoluzioni. Oggi non ci sono più signorotti prepotenti ad imporre assurde volontà, ma governi nazionali che chiedono tasse in cambio di servizi. Ma chi paga più tasse? Si dice che gli americani pagano meno degli inglesi, che pagano meno dei francesi; mentre noi siamo “a pari merito” coi belgi. L’ideale sarebbe pagare una quantità equa di tributi ed avere in cambio servizi che siano all’altezza. La verità è che esiste solo un esiguo numero di tributi seri che rendono allo Stato ed un mare di pretesti solo per “far cassa”. Ce ne è perfino uno, inventato con Regio Decreto oltre un secolo fa, su strumenti di misura: metri, litro e bilancia. Nel tempo si sono susseguite tasse su banane, caffè, cicoria, cacao, su paludi e gradini di vecchie case. Che dire della tassa sui balconi? Ogni volta che c’è stato un triste avvenimento, poi, ne ha risentito sempre il prezzo della benzina.
Ascoltate cosa ha inciso negli anni su un litro di verde:
# 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
# 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
# 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
# 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
# 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
# 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
# 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
# 205 lire per la missione in Libano del 1983;
# 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
# 0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004
Il grave è che queste tassazioni non sono state mai più tolte e su queste accise paghiamo anche l’Iva; cioè la tassa sulla tassa. Assurdo!
Per finire, vi informo che a Ravenna e provincia si è pensato alla “tassa sulla pioggia”, cioè far pagare il costo dello smaltimento, da parte del Comune, dell’acqua piovana. Un temporale potrà far lievitare anche del tre per cento la bolletta idrica. E’ proprio il caso di dire: “ Piove? Governo ladro!”.
Buona vita!
maestrocastello

3 commenti:

  1. In età medievale c'era il "testatico", imposta personale inizialmente richiesta dai padroni ai servi, ma in seguito estesa anche a gruppi di contadini liberi, come forma di riconoscimento da parte del contadino della protezione del signore. Corrisponde al "pizzo" che la malavita fa pagare oggi, in cambio di protezione.
    Cambiano i tempi, ma il vizio resta uguale.

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  2. TROPPE TASSE PER NOI ITALIANI
    Cgia di Mestre assegna l'ultimo posto all'Italia per il saldo tra imposte pagate e contributi ricevuti.L’associazione dei piccoli imprenditori ha calcolato che ogni italiano ha versato all’erario, nel 2007, 7.777 euro (in tasse, imposte e tributi). Vi pare poco? Se invece di litigare continuamente, facessero qualcosa di utile per i cittadini!

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  3. Niente è cambiato dal medioevo ad oggidi sul fronte dei pedaggi che si pagavano ad ogni incrocio, su tutti i ponti e persino all’ingresso delle città. Anche oggi paghiamo il pedaggio sull’autostrada e nei tunnel (il Frejus costa 33,20 euro !!!). E quando entriamo in centro paghiamo il parcheggio….

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