sabato 28 novembre 2009

"Dacci oggi il nostro pane quotidiano".



Un giorno d’inverno, siamo a Ferrara, in una strada del centro cittadino c’è un uomo rattrappito dal freddo, vestito di stracci che ha appeso al collo un pezzo di cartone, con una scritta fatta col pennarello:”ho fame, aiutatemi”. Nessuno si accorge che sta morendo. Potrebbe rivolgersi ad un centro di assistenza oppure al pronto soccorso, ma non vuole avere niente a che fare con questa società. Dall’autopsia risulta che non ha neppure cinquantanni. Forse è morto per inedia. Sembra una favola moderna che ci riporta alla mente “la piccola fiammiferaia” di Andersen. La bambina, tanto sfortunata in vita, trova finalmente la serenità da morta. La povertà, sembra ammonire la fiaba, è una condizione che non può trovare rimedio in vita. Andersen scrive nell’Ottocento, secolo in cui le condizioni dei bambini delle classi popolari erano miserevoli, questi non avevano dignità di persona. Un po’ quello che accade oggi in molte parti del mondo e, sotto certi aspetti, a ben vedere, anche in casa nostra. Il barbone di Ferrara e la piccola fiammiferaia sono stati rimpiazzati dai tanti derelitti, veri o finti, che troviamo ai semafori e davanti ai supermercati. Sapete chi sono tutti costoro? Il nostro prossimo! Si è fatto tanto chiasso, nelle scorse settimane, a difendere il simbolo di un Cristo ammazzato, in nome delle radici culturali del nostro popolo e poi ci scordiamo l’insegnamento di quel Cristo. Ma chi è il nostro prossimo? Lo chiedo a quei politici ruffiani, neocrociati del terzo millennio. Forse è il caso che rileggano quel passo del Vangelo: “ Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre, dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui e ciò che spenlderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno”. "Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui?" Gesù disse al suo interlocutore: «Va' e anche tu fa' lo stesso» . Purtroppo, oggi, il buon samaritano non scende più da cavallo. Siamo oltre 6 miliardi di individui ed un quinto di persone sulla terra non hanno da mangiare. Mentre le risorse scarseggiano, l’indifferenza dilaga. Nella riunione internazionale del 9 novembre scorso presso la FAO, contro la fame nel mondo, non è stato preso nessun impegno concreto da governi ed organizzazioni presenti. Come al solito, solo chiacchiere! Ed intanto l'uomo di Gerico continua a morire per strada!
Buona vita!
Maestrocastello.

1 commento:

  1. colotti.giovanni@alice.it30 novembre 2009 alle ore 08:18

    A natale bisognerebbe concentrarsi maggiormente su queste cose, altro che la corsa agli acquisti dei regali, cenoni, ecc...ma vaglielo a dire...!...
    Poi fanno la giornata della colletta alimentare e ci sentiamo tutti più buoni per aver donato due scatolette di legumi...che tristezza.....
    Un abbraccio.....Giovanni

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