martedì 24 novembre 2009

Leggete per vivere!



Sembra ieri che a scuola ci dicevano: “Imparate le lingue! Si farà l’Europa e guai a chi non sarà in grado di farsi capire!” A distanza di trent’anni, mi domando: “che ne è stato della lingua italiana, quella che ci hanno insegnato nei banchi di scuola? Certo, attraverso la storia, la nostra lingua ha subito considerevoli cambiamenti. L’italiano di Dante, ad esempio, era molto diverso da quello del Manzoni dei Promessi Sposi. E’ giusto che la lingua italiana, a contatto con altre culture, faccia tesoro e si evolva, senza pur perdere la propria identità; ma i cambiamenti degli ultimi anni sono stati davvero disastrosi per il nostro bell’idioma nazionale. I moderni mezzi di comunicazione hanno portato a velocizzare il modo di comunicare, al fine di essere più diretti ed essenziali. L’avvento dei telefonini ha poi indotto i giovani a smorzare le parole, creando un linguaggio tutto loro nella produzione dei messaggini che impoverisce e mortifica la lingua di significato. Sono in voga frasi fatte soltanto da sigle: “TVB” sta per “ti voglio bene”, un numero ha sostituito una voce verbale: “6” sta “sei”, “snz” sta per senza, “1a “ sta per una(articolo) e così via. Lo Scrittore Alberto Arbasino rileva che” Purtroppo, l'italiano è una lingua espressiva e piacevole solo quando è ricca, elegante, composita, con parecchi divertimenti alti e bassi, antichi e moderni, internazionali e locali sfrontati e chic. In tutte le regioni. In tutti i ceti. E non per niente ci si trattiene volentieri a tavola a chiacchierare, dopo cena, e si paventa l' apertura del libro. Contrariamente ad altre società, altre culture, dove si finisce in fretta un pranzo fra noiosi, per correre a leggere della buona prosa. Ma se l' italiano viene molto immiserito”, si domanda sempre Arbasino, “farà poi molta strada? E se viene troppo involgarito, potrà avere un futuro? “. Alla base di questo fenomeno vi è la scarsa conoscenza della cultura italiana che è alla base della nostra lingua. Internet è sì uno strumento valido per la diffusione delle informazioni ; ma queste devono essere vagliate con una capacità analitica che può dare soltanto la cultura. La lettura è il mezzo idoneo che arricchisce ed aiuta a dotarsi di quegli strumenti che ci rendono poi capaci di analizzare la realtà. La verità è che noi italiani leggiamo poco e proprio i giovani che sono i principali fautori del cambiamento linguistico, non frequentano più letture per ragazzi come Salgari, De Amicis, Collodi che hanno aiutato le passate generazioni e dove si riscontra la bellezza di un linguaggio semplice, scorrevole ed il fascino dell’astrazione letteraria che solo un libro ti può regalare . Molto danno ha prodotto anche l’insorgere di linguaggi paralleli alla nostra lingua ufficiale; la lingua italiana è stata in questi anni corrotta anche dal politichese, dal legalese, dal burocratese, dal sinistrese, dal berlusconese, dal giornalese, dal televisese e dall’italinglese. Termini come “Palazzo”, “stanza dei bottoni”, “convergenze parallele”, “essere coesi”, “fare squadra”,“pressing”, “fallo da dietro”,“zona cesarini”, “cliccare”, “tronista” “cinepanettone”,"gossippare", "paparazzare",
"noantri", “beccarsi alla tale ora”, “darsi una punta” sono solo alcuni dei nuovi termini entrati nell’uso comune e li troviamo perfino nello Zingarelli. Oggi senti frequentemente anche parlare il “mercatese” : ” se lo sapevo lo dicevo…” o, peggio ancora, “ se saprei”. Nessuno conosce più l’uso del congiuntivo e proprio ora che impazza Facebook mi ammazzo dalle risate nel leggere strafalcioni dei tanti ragazzi che sono bravissimi a ciattare, ma hanno poca dimestichezza con la nostra lingua scritta.
Quale riflessione e consiglio può partire dal nostro blog? Ragazzi, leggete! leggete! leggete!
Flaubert diceva: “Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. Leggete per vivere.”
Buona vita!
Maestrocastello.

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