venerdì 20 novembre 2009

Il peso sulla luna è la metà della metà....
















Mancavano appena quattro giorni a Natale e due ragazzini di undici e dodici anni stavano viaggiando soli alla volta di Roma. Per bagaglio avevano due valigioni che non perdevano mai di vista. Si erano appena riuniti alla stazione di Foggia, l’uno proveniente dal paese di Sant’Agata di Puglia e il più grande che studiava al seminario vescovile di Bovino, e andavano a riunirsi al resto della famiglia che si era appena trasferita nella capitale. Vedere ‘sti due piccoli da soli destava la curiosità degli altri passeggeri che li tempestavano con domande tipo :
- Come mai viaggiate soli?
- Chi è il più grande di voi due?
- Che classe frequentate?
- Non avete paura?
Il più grandicello indossava la divisa del collegio: completo nero, collarino che portano i preti secolari e cappello, lo stesso che indossano bandisti e militari; ma con le iniziali proprio in centro SV (Seminario Vescovile); mentre il bambino proveniente dal paese era bardato in abiti civili. Il viaggio pareva interminabile, mettete pure che era la prima volta che quei ragazzi salivano su un treno; quindi erano un tantino sbigottiti e passarono l’intero pomeriggio a fissare i loro valigioni, appesi al bagagliaio, che custodivano, l’uno panni sporchi del collegio e l’altro ogni ben di Dio da mangiare che i nonni mandavano ai parenti per Natale. Nello scompartimento di seconda c’era un tepore che invitava ogni viaggiatore ad alleggerirsi nel vestiario. Anche il seminarista si era ridotto in maniche di camicia, mentre suo fratello Gerardo, nonostante fosse paonazzo in viso, non ne voleva sapere di scoprirsi e intanto continuava a grondare di sudore. Il seminarista che vedeva il fratellino in imbarazzo, credendo si sentisse male, lo trasse in bagno e questi finalmente sputò il rospo. Si vergognava di spogliarsi davanti agli altri e be aveva tutte le ragioni: la nonna nel preparargli la valigia aveva esagerato nelle cose da mangiare e, non essendoci più posto per il vestiario, lo aveva costretto ad indossare tutto doppio. Quel bambino indossava due paia di calze( una sull’altra) e così anche per mutande e  maglietta intima. La nonna, poverina, credeva che essendo inverno, fosse una cosa buona. Non aveva fatto i conti con le ferrovie dello Stato, riscaldamento a tutta callara! Alla stazione Termini ci aspettava papà che prese in consegna quei bagagli. Ricordo che qualcuno vedendomi il cappello con la scritta , mi chiese informazioni di servizio. Sul tram ero frastornato ed affascinato dalla simpatia della gente che mi stava dando il benvenuto in una città fantastica. Era il ’61 ed ero per la prima volta a Roma! Il latte te lo vendevano in bottiglie di vetro sfaccettate e dalla bocca larga che costava cento lire, nei jukeboxe spopolava “Selene” di Modugno che diceva che “il peso sulla luna è la metà della metà”, a Cinecittà, dove andammo ad abitare, giravano “Otto e mezzo” di Fellini ed io non avevo nessuna difficoltà ad avvicinare e salutare Mastroianni, la Cardinale, Sandra Milo o Rossella Falk che uscivano dai cancelli del centro sperimentale di cinematografia ed avevo solo dodici anni!
Buona vita!
maestrocastello

2 commenti:

  1. che tenerezza e che bei tempi quando due "bambini" all'epoca viaggiavano da soli e tutti si stupivano nel vederli senza genitori!oggi nessun stupore: i bambini molto più piccoli dei sopra citati viaggiano senza problemi ma con una grande differenza: usano l'aereo affidati ad assistenti di volo indossando un marsupio contenente i loro dati anagrafici e il nominativo dell genitore (già del genitore xke ormai le famiglie sono allargate) che a destinazione si presenterà e lo porterà in una nuova famiglia per trascorrere le vacanze. forse era meglio prima viaggiare sudando e non perdere mai di vista il bagaglio????

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  2. che bei ricordi! grazie per averci raccontato la vostra avventura verso la capitale! sembra la scena di un film d'epoca.....bello!
    Un abbraccio, Giovanni e famiglia

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