domenica 24 ottobre 2010

Avetrana come San Giovanni Rotondo.


Era inevitabile che il tormentone mediatico Sarah Scazzi mietesse le sue vittime. L’iniziale curiosità che sempre prende in questi casi la gente s’è presto tramutata in psicosi generale che ha investito in lungo e largo lo Stivale. A forza di parlarne quotidianamente, i luoghi di Avetrana ci sono divenuti familiari al pari di Assisi o di San Giovanni Rotondo; infatti, com’era prevedibile, già da qualche domenica è iniziato il turismo dell’orrore. Arrivano in tantissimi, padre, madre e figli piccoli, fidanzati e gente anziana; tutti in pellegrinaggio alla casa dell’orco cattivo, al campo del ritrovamento del cellulare, al pozzo dov’era nascosto il corpo di Sarah. Da San Severo, nel foggiano sono tre ore in auto; dalla vicina Copertino, nel leccese, poco più di un’ora. Alcuni dicono che vengono per esprimere solidarietà alla famiglia della vittima, altri per una visita al cimitero, ma nessuno storcerà il naso se poi immortalano sul telefonino i luoghi dell’orrore; saranno così pervasi da una varietà di sentimenti che va dalla pietà più tenera all’orrore più profondo e tutto in una volta sola. Per questo week- end sono previsti arrivi di interi pullman dalle regioni limitrofe per visitare i luoghi della cittadina pugliese che non ne può più di essere fatta oggetto della curiosità di un’intera nazione. Sarah Scazzi era una quindicenne come ce ne sono tante, certo ha avuto una sorte orrenda che ha gettato nel dolore una famiglia ed offeso chi dà ancora un alto valore alla vita umana; ma partirsi da lontano per visitare i luoghi dov’è vissuta la giovinetta come fosse una novella Maria Goretti mi pare un po’ eccessivo. Fa bene il sindaco di Avetrana a porre veti alla curiosità di tanta gente che non sa più come passare il tempo. Questo paese merita un po’ di pace, Sarah merita un po’ di pace, lei e la sua famiglia che deve ancora metabolizzare tutto il suo dolore. Un invito ai curiosi: La storia, continuate a seguirla sui plastici di trasmissioni come “Porta A Porta”.
Buona vita!
maestrocastello.

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