martedì 26 ottobre 2010

Intelligenze disabili.


Diritti e doveri dei cittadini stanno alla base di una vera democrazia e sono l’ingrediente essenziale per rendere più civile un Paese, senza temere il confronto di idee e la collaborazione con chi la pensa diversamente da noi o mostra chiusura mentale di fronte alle differenze che fortunatamente esistono fra gli esseri umani. Il diritto di tutti all’istruzione è sancito dall’ONU (documento del 1966) ed è elemento portante della Costituzione Italiana (articoli 3 e 34): uguaglianza di tutti i cittadini, prescindendo dalle loro condizioni personali e sociali / diritto all’istruzione anche per gli invalidi. Il cammino dell'integrazione scolastica in Italia e' segnato da due provvedimenti legislativi: la legge 118/71 ,( art. 24) e la legge 517/77. In particolare quest'ultima rappresenta il punto di riferimento più importante per la legittimazione del diritto a frequentare le scuole di base da parte dei disabili. Ma i provvedimenti legislativi, si sa, da soli non bastano a rimuovere chiusure di ordine culturale e burocratico e c’è voluta una sentenza della Corte Costituzionale datata 1987 per affermare il diritto dei disabili a frequentare anche le scuole superiori pubbliche che prima erano loro precluse. E’ stata un’ importante conquista di civiltà per la scuola pubblica italiana, se pensate che le scuole private, anche quelle religiose, normalmente non accettano disabili, con buona pace di tanti politici "cattolici", spesso di nome e non di fatto. E’ di questi giorni la proposta di ”classi separate per disabili”, fatta dal presidente della provincia di Udine. Senza voler strumentalizzare in chiave politica l’ennesima provocazione di stampo leghista, sembra opportuno dare una risposta a questo ex uomo di scuola che forse non aveva ben compreso tutta la portata del suo ruolo docente. Caro ex collega, non possiamo gettare alle ortiche tante conquiste di civiltà e giustizia in un attimo. Saprai bene che la didattica non si riduce a sapere quanto fa due+due, ma vedere quanto è diversa la realtà nel mondo. Questi bambini che i genitori prima avevano vergogna a mostrare in pubblico, ora siedono nel banco con gli altri bambini e non solo traggono essi stessi giovamento; ma offrono ai propri compagni opportunità di crescita più matura ed umana. Certo tutto rema contro una effettiva volontà di integrazione del disabile nella scuola, se solo pensiamo a come il governo sta lavorando alacremente in più direzioni, con la riduzione del numero di classi complessive, l'aumento del numero di alunni per classe e l'aumento oltre le due unità di alunni disabili per ciascuna classe. Per non parlare della penuria di insegnanti di sostegno e di materiale propeduutico ad essi. Questo governo se con una mano continua a tagliare i viveri alla scuola pubblica, con l’altra li elargisce a quella privata. Forse, egregio collega, abbiamo in mente anche due modelli diversi di scuola. Io la penso come occasione di scambio e luogo di crescita di persone sia pure diverse; ma di pari dignità. Tu hai in mente una scuola che si basa sulla meritocrazia, come fosse una corsa ad ostacoli, dove si premiano i tempi migliori e i disabili rappresentano una zavorra troppo pesante. Forse Dio ha creato lo storpio perchè un superuomo come te vedendolo potesse dire:"Quanto sono figo!" Ora capisco perchè hai maturato idee che portano alla espulsione sistematica dalla scuola, oggi del disabile in carrozzina e domani di chiunque rallenti le nostre brave eccellenze normodotate; sia esso zingaro, extracomunitario o semplice disgraziato di questo scalcagnato paese..

Buona vita!
maestrocastello.

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