mercoledì 1 dicembre 2010

Cittadini alla carta.

Lunedì assistevo all’ultima puntata di “Vieni via con me”, ma l’ho gustata meno delle altre volte, perchè ero preso da mille pensieri. Ad esempio, mi chiedevo, perché non è stato possibile far leggere una benedetta lista anche al movimento o partito per la vita ed eravamo tutti più contenti? “Perché avremmo accettato automaticamente di essere dalla parte del torto”, hanno detto Fazio e Saviano, “di essere accusati di essere il partito della morte; mentre abbiamo raccontato storie d’amore e di vita”. La cosa mi ha comunque infastidito. E’ un vizio tutto italiano quello di fare sempre crociate: guelfi o ghibellini, bianchi o neri, Ettore o Achille, Bartali o Coppi, fascisti o comunisti; non c’è mai una via di mezzo: o con me o contro di me! Non ci hanno abituato a dialogare, insegnato che rispettando le idee dell’altro, ascoltando le sue ragioni; l’altro potrebbe avere rispetto delle tue di ragioni. Metteteci pure una classe politica che fomenta lo scontro, anziché invitare al dialogo e l’opera è completa. Dicono tanto di abbassare i toni e poi, fanno continui teatrini in presa diretta, degni del più chiassoso mercatino rionale. Questi finti moralisti col culo appiccicato alle loro poltrone che per un voto tradirebbero la madre. Ricordate il caso di Eluana? Erano pronti a fare una legge in poche ore, pur d’ingraziarsi il mondo cattolico. Morta Eluana, se né fatto più nulla? Fumo, solo fumo come sempre! Mi piacerebbe essere un cittadino alla carta, uno che potesse tranquillamente scegliere da che parte stare, senza dover rendere conto ad alcuno, senza subire aggressioni verbali da chi la pensa diversamente; di poter scegliere, da malato terminale, se staccare la spina o tenerla attaccata fino alla fine, senza che tanti si sentano in diritto di farmi la morale. Diversità è un termine che proprio non ci vuole entrare nella testa. Negro, musulmano, zingaro, lavavetri, gay, scioperante, figlio di puttana e quant’altro; è tutta gente che fatichiamo ad accettare. Ci hanno abituato fin da piccoli, tutti con lo stesso grembiulino, col fiocco blu al braccio e quello rosa in testa e una morale bell’e confezionata che non si deve discutere. Tentano di imporre a tutti la loro morale perché hanno la presunzione di essere i soli depositari della verità tutta intera; mentre si tratta solo della loro verità. Recita l’adagio che la verità era uno specchio che, cadendo, si ruppe. Ciascuno ne prese un pezzo e, vedendovi riflessa la propria immagine, credette di possedere l'intera verità. Quella che vediamo tutti è solo la nostra parte di specchio. Altro nugolo di pensieri mi hanno assalito all’annuncio in diretta di una dipartita. Mario Monicelli, noto regista, ha deciso a 95 anni di andare incontro alla morte, senza attendere il suo arrivo, ed è saltato giù dal 5° piano di un ospedale romano. Ho molto rispetto per chi si suicida. Non mi permetto di dare giudizi, come non andrebbe fatto da parte di nessuno; ma siccome questo gesto fa a cazzotti con la morale comune; domani questi giudizi li sentiremo pronunciare puntualmente da qualche benpensante, dimentico dell’artista che ha raccontato sempre la gioia di vivere: Amici miei, Il marchese del Grillo e tanto Totò… ha scelto di morire a modo suo? D'altro canto la vita offre a volte ottime ragioni per pensare di farla finita. Ma riflettere sul senso della vita può anche portare a ricevere in dono una speranza, che regala pazienza e voglia di lottare sino in fondo. Monicelli ha optato per una morte alla carta e probabilmente Qualcuno, un giorno, gli presenterà il conto; ma non sta certo a noi giudicare.
Buona vita!
maestrocastello.

2 commenti:

  1. Graciela dall'Argentina1 dicembre 2010 alle ore 15:44

    Il pensiero delle mio amico che e´cura nella España e´:

    "si devo lasciare queste mondo, devi scrivere nella mia pietra questa parole:

    Qui e´Manolo, ma non per suo desiderio"

    bacione a tutti voi

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  2. C.V.D. (come volevasi dimostrare)
    Catto-democristiani come l'onorevole Binetti si sentono autorizzati ad emettere giudizi sulla morte di Monicelli, dimenticando che Dio non ha bisogno di suggeritori. Questo è un classico esempio di carità cristiana.

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