lunedì 27 dicembre 2010

Lavorare stanca.



Si racconta che Confucio una volta andò a visitare un villaggio e vide  un vecchio giardiniere e suo figlio che attingevano acqua da un pozzo con grande fatica. Confucio si chiese se il vecchio fosse a conoscenza del fatto che tori e cavalli venivano ora usati per attingere acqua dai pozzi. Andò dal vecchio e gli disse: "Amico mio, non sai che c'è ora una nuova invenzione? La gente attinge acqua dai pozzi con l'aiuto di cavalli e tori. Perché  non lo fai anche tu?" Il vecchio replicò: "Parla piano, ho  paura che il mio  giovane  figlio possa  ascoltarti". Confucio chiese: "Cosa vuoi dire?" Il vecchio rispose: "Sono al corrente di queste invenzioni, ma non voglio che mio figlio perda il contatto con la fatica fisica, perché perderebbe anche il contatto con la Vita".


Non tutti attribuiscono oggi  lo stesso valore alla fatica fisica. Certi non hanno mai sudato nel lavoro, un po’ di sudore lo buttano solo quando vanno in palestra o al massimo quando   giocano a pallone. Tutto parte dalle parole che Dio disse ad Adamo ed Eva scacciandoli dal paradiso terrestre: "Tu uomo lavorerai la terra con il sudore della tua fronte. E tu donna partorirai nel dolore! " Le parole precise non le ricordo; forse non le ricorda nemmeno Lui, adirato com’era per via del furto della mela. Non vi nascondo che questa intimazione , da piccolo, mi  metteva un po’ di panico addosso e pensavo: “e che cavolo, tutto quel chiasso per una mela!” e solo più tardi  me l’hanno spiegata in modo diverso. Se la storia non ci ha contato balle, l’uomo ne ha visto di sudore grondare dalla sua fronte, basti solo pensare alla fatica impiegata per erigere le piramidi egiziane, tutte fatte a mano, o se pensiamo a tutte le opere materiali prodotte da schiavi durante l’Impero Romano o  agli schiavi d’Africa che per secoli hanno grondato sangue e sudore. C’è da dire anche che l’uomo, nel corso dei secoli, ha usato tutto il suo ingegno per vanificare l’intimazione divina, escogitando macchine capaci di sostituirlo al meglio nel lavoro fisico e farlo sudare di meno. Oggi quasi tutto il nostro lavoro è automatizzato, dalla fabbrica all’ufficio, dai lavori di pulizia domestica a quelli della nostra cucina. Pensate che c’è una macchina che fa tutto da sola: prepara il sugo, cuoce la pasta e fa una musichetta quando è pronto da servire in tavola. Mi domando allora: in un mondo fatto di gente che progetta, che non fa altro che spingere tasti o bottoni, ha ancora qualche significato eseguire lavori manuali? “Ora et labora” era il motto dei primi francescani, a testimonianza che il lavoro fisico è una vera forma di preghiera, di pratica spirituale, è un antidoto all'alienazione e all'esclusione.  E’ davvero importante vivere sia la propria dimensione spirituale che fisica come un'unica entità che necessita dell ‘espressione di entrambe per realizzarsi al massimo delle possibilità. Perché, così come quando leggiamo un buon libro non vediamo solo dei caratteri stampati, ma mondi che prendono vita; allo stesso modo quando corriamo nella solitudine della campagna non vediamo solo un tizio che suda correndo sull'asfalto, ma assistiamo alla  sfida che quell’uomo  ha ingaggiato con i suoi limiti. Il lavoro fisico è anche e soprattutto sviluppo cerebrale. Zappare la terra non vuol dire zappare la terra e basta, significa anche fare una varietà di altre cose, come risolvere problemi immediati e accrescere il proprio cervello tramite l'utilizzo delle mani. Le persone che lavorano applicano  nei problemi pratici un modus operandi molto più efficacie di uno che in  venti anni non ha fatto altro che studiare. Conosco gente che va in panico quando deve appena cambiare uno pneumatico. Il lavoro fisico e quindi la fatica fisica, rappresenta  un settore importante per il risveglio della propria consapevolezza e non va disgiunto da quello intellettuale. La vera soddisfazione viene soltanto quando mente e corpo si uniscono per rendere attuale il potenziale della materia interagendo con essa. "Tu uomo lavorerai la terra con il sudore della tua fronte. E tu donna partorirai nel dolore! " Ricordate? Confida candidamente  un tale con molta ironia: “ io lavoro tutto il giorno davanti ad un computer e non sudo quasi mai se non il mercoledì quando vado a calcetto, Chi suda veramente è mia moglie  tra lavoro, casa, cucina e tutto il resto; fa veramente un mazzo.  Ora non vorrei che toccasse a me partorire con dolore!

Buona vita!
maestrocastello.





















 





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