lunedì 20 dicembre 2010

Per Natale doniamo una goccia.

“Sono convinto che se dobbiamo recitare il Padre Nostro tra poco e qualcuno dice di prenderci per mano, fin qui è facile” - così diceva don Tonino Bello -  “ma prenderci per mano per la strada, quello è difficile.  Prendersi per mano in treno, quello è più difficile, quando ci spintoniamo tutti quanti per avere un posto. Prendersi per mano nella vita, quello è molto più difficile”.  Di quanto sia difficile prendersi per mano, ne ho avuto prova  leggendo  stamane l’ennesimo caso di stupro su  una tredicenne di Gravina di Puglia da  parte di quattro ragazzi (3 minori e uno di appena diciott'anni della stessa città) e il tutto è stato scrupolosamente ripreso col cellulare, a scopo di ricatto. Questi quattro non l’hanno presa per mano la ragazza di Gravina, l’hanno presa e basta e l’hanno presa con la forza. Questa è la cultura del maschio del tremila che non deve chiedere mai, che non può perdere tempo a conquistare una donna, col rischio che entrino in ballo i buoni sentimenti di cui egli  ha ormai poca dimestichezza.  Questi ragazzi sono il prodotto di una società malata che si è ridotta a  valori come  l’apparire, il possesso, il turpiloquio. Ai nostri giovani regaliamo, e  non necessariamente a Natale, i telefonini  che essi riempiono di messaggini sgrammaticati e  con la sintassi ridotta al lumicino. Non ci possiamo nemmeno lamentare, perchè  ad educarli non è più la famiglia o la scuola, ma la casa del Grande Fratello. Bisogna dire anche che  i giovani non sono tutti uguali e non hanno tutte le colpe se, consapevoli che non avranno mai una pensione, ora  si appoggiano a quella dei loro vecchi. Molti ragazzi, senza un lavoro, vedono i loro coetanei con tanto di laurea che sono ridotti a servire birra in un pub ed allora essi tentano in massa di entrare in case televisive, di sbarcare su isole di successo.  Sembrano tanti Pinocchio diretti al Paese dei Balocchi e poverini non sanno che il premio finale potrebbe essere un bel paio d’orecchie d’asino. Queste riflessioni  capitano a proposito, proprio sotto Natale.  In questi giorni d’ansia da regalo acquisteremo frivolezze, regaleremo frivolezze che andranno ad ammucchiarsi alla montagna di frivolezze che non entrano più nei nostri cervelli, ridotti a veri e propri cassonetti  spazzatura; perché da anni nessuno pensa più a dirottarli ad un inceneritore. Come se ne esce? Dando un senso al Natale! Doniamoci un regalo fatto di speranza e perché non rimanga solo vuota illusione, riempiamo di qualche contenuto le nostre vite. Anche un solo proposito mantenuto, vi sembrerà una goccia; ma se ci pensate l’oceano intero è formato da gocce. Ad esempio, perdoniamo  un’offesa, senza pensare che avevamo ragione  e sarà una goccia importante. Per Natale regaliamo una goccia.

Buona vita!

maestrocastello

2 commenti:

  1. Stimatissimo maestro Castello,il tuo blog è sempre una miniera inesauribile di buonenso e di buoni consigli.Ritengo sia comunque nostro dovere
    parlarne,sempre,anche se la nostra voce sembra perdersi nel deserto,perchè sono sicuro che in fondo qualche piccolo seme non si perderà,anzi germoglierà e darà buoni frutti.
    Un cordiale augurio di Buon Natale e sereno nuovo anno

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  2. Caro amico Antonio, penso che riflettere faccia bene ad ognuno, perchè aiuta ad afferrare il senso profondo delle cose; invece di sbraitare in continuazione, come fa solitamente la politica. Ogni nostra riflessione è una goccia importante e non dobbiamo farci spaventare dalla vastità dell'oceano. Ricambio di cuore l'augurio di serenità per le festività imminenti. Con stima Giovanni Castello

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