giovedì 23 dicembre 2010

In questo mondo di ladri,


Se sei andato a scuola, ti sei mai chiesto chi paga gli insegnanti?  Se sei mai andato da un medico,  chi gli paga lo stipendio? Se mai sei stato vittima di un crimine,  chi paga la polizia, il procuratore  e il giudice? Vuoi avere una pensione?  Lo sai che devi prima pagare i contributi?  Lo sai che non pagando le tasse si ruba 2 volte: rubi per prima cosa ai tuoi connazionali che a causa tua verranno tassati maggiormente e  rubi allo stato per i servizi che ricevi senza pagare una lira, pardon, un euro?  Ti sei mai chiesto  perchè  i politici rubano e non pensano al bene comune?  Come mai non vengono mai puniti? Semplice, perchè  noi glielo lasciamo fare!  Come?  Non controllandoli a dovere,  non usando le armi democratiche che abbiamo a disposizione. Invece diventiamo loro fans,  proprio come facciamo  per Totti  e Del Piero  e accettiamo tutto, difendiamo con fanatismo i loro interessi, sacrificando i nostri e quelli dei nostri figli. Alcuni li abbiamo promossi a nostri supereroi e magari li portiamo  a modello per fronteggiare un nostro avversario politico. Quanti di noi difendono chi usa la politica per i traffici personali, spacciandoli per bene di tutti. Vi siete mai chiesto perché i vostri figli non trovano lavoro, quando questi ruffiani avevano promesso posti di lavoro per tutti? Balle, tutte balle per fare i loro  comodi. Cosa possiamo mai fare noi? - direte; ma facciamoli sentire precari della politica, come loro fanno sentire precari della vita i nostri figli.  Settimo: non rubare! E’ un comandamento che ha stretta attinenza col rapporto che noi abbiamo col denaro. Tutti noi pensiamo di non aver tanti problemi col settimo comandamento. Ma se leggiamo bene la bibbia, siamo un po’ tutti compari dei ladri. Gesù ebbe a che fare con Giuda e parlava quindi per esperienza diretta quando diceva:” Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza”. Gesù non si ferma troppo sul furto commesso dal balordo che svuota la cassetta delle offerte o del drogato che ti frega l’autoradio. Ma c’è qualche cosa  a proposito del settimo comandamento che gli sta più a cuore: il furto compiuto alla luce del sole, avallato dalla legge, o magari coperto della pietà. C’è una montagna di furti ai quali non diamo importanza perché la legge li ammette.  Per esempio, da anni le assicurazioni aumentano le polizze e diminuiscono i premi, con la protezione dello Stato. E che dire delle società sportive? Spendono cifre da capogiro mentre lo Stato regala loro  condoni e le banche coprono  i loro “debiti” (soldi che non saranno restituiti). E’ dell’annata scorsa l’intervento dello Stato per salvare le  banche e gli istituti di credito poi si infuriano contro il povero cristo che  fatica a saldare il suo mutuo. Non è forse un furto il finanziamento ai  partiti: bocciato da un referendum e ripristinato con una legge ad hoc? E i parlamentari che si aumentano il già lauto stipendio, non commettono forse un furto, quando c’è gente che sgobba per mille miseri euro al mese? La cosi detta prima repubblica fece il botto proprio a causa  di un ladrocinio generalizzato della nostra politica e mi sembra che stiamo approntando tutti i presupposti per ripetere quella esperienza. Una riunione internazionale come  il G8, una calamità naturale come il terremoto dell’Aquila, ecco che diventano il business della politica.  Sono solo alcuni esempi di come i furti più grandi contro la gente siano compiuti con l’avvallo della legge e gridano vendetta al cospetto di Dio. Dietro c’è la mentalità dell’egoismo e  dell’interesse personale. Viviamo in un mondo che se rubi una mela ti fai qualche anno di carcere e c’è chi si ruba tutto il cucuzzaro e non riescono mai a processarlo! Il ladrocinio è da sempre un’arte: devi rubare e contemporaneamente devi dare l’idea di essere un grande benefattore.  Padre Lele Ramin,  missionario  comboniano di Padova,  ucciso il 24 luglio 1985  in Brasile, quando aveva appena 32 anni, diceva che c’è differenza anche nel rubare: “Guardate, fratelli, i ladroni crocifissi con Cristo per vedere l'altra realtà. Quante volte si vide in Roma crocifiggere un ladrone per avere rubato poca cosa e nello stesso giorno essere portato in trionfo un dittatore che con l'esercito e le legioni aveva spogliato e rubato la terra degli altri popoli. Chi ruba una barca è pirata, chi ruba un'armata è imperatore. Chi ruba terre è onorato latifondista, proprietario, commerciante; chi occupa un pezzetto di terra per sopravvivere è ladrone; mentre questi sottrae un palmo di suolo e resta soggetto a vivere in continuo rischio e pericolo di morte, i grandi rubano senza timore e senza pericolo. Se i poveri rubano sono impiccati; ma se sono i ricchi a rubare, essi rubano e impiccano. Il grande poliziotto uccide i ladroni per avere la libertà di poter rubare da solo”.
Racconta un adagio che a rubare poco si va in galera!
Buona vita!
maestrocastello.

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