lunedì 13 dicembre 2010

Il ranocchio era sordo.




Ogni volta che vengo a conoscenza di qualcuno ch’è riuscito a portare a compimento  un progetto,  a realizzare un suo sogno nascosto; il cuore mi si illumina di gioia. Mi viene spontaneo pensare a quanti sacrifici si nascondono dietro ad ogni successo, a quanti momenti bui che vorresti chiamarti fuori dalla lotta e  a quante persone che, invece di darti coraggio, hanno fatto di tutto per farti gettare la spugna.  Per fortuna che esiste anche gente caparbia che si pone una meta e, crollasse anche il mondo, la persegue fino in fondo. Anche io un tempo ero nella schiera dei pessimisti che praticavano la filosofia del “ se non aspetti niente la gioia è più grande”. Poi la vita ti insegna che a non aspettare niente, non ti viene dato un bel niente; quindi ho iniziato a pensarla in maniera  positiva e da allora ho ricevuto molte cose belle. Certo che vivere in questa società che predica la politica delle eccellenze, le speranze del pinco pallino qualunque fanno  poi fatica ad avere  diritto di cittadinanza. Ma capita anche, chi l’avrebbe mai detto, che Davide possa  avere ragione di Golia e di  questi esempi ne sentiamo ogni giorno: donne che non avevano mai abbandonato la speranza di avere un bambino che diventano mamme alla soglia dei cinquanta, gente che la spunta su malattie ritenute incurabili, poveri cristi che ricevono schiaffi continui dalla vita e trovano sempre la forza per rialzarsi e riprovare di nuovo. Per fortuna che Il mondo è pieno di questa gente positiva, gente ostinata che non ha l’abitudine di perdere facilmente la speranza e va avanti. Come si fa ad essere positivi? Dicono gli studiosi di comportamento che una persona è il proprio pensiero ed il pensiero plasma il comportamento: se siamo positivi daremo risposte positive che avranno un impatto migliore sulla nostra vita. La positività risiede dentro  di noi e l’unico modo per essere positivi è deciderlo. Siamo  positivi e al resto penserà la vita! Dice il saggio : “Non importa  riuscire ad attraversare il deserto, l’importante è essersi messi in cammino”.  Bisogna provarci senza ascoltare nessuno.  A questo proposito mi piace ricordare la parabola del ranocchio corridore. “C’era una volta una gara ... di ranocchi. L’obiettivo era arrivare in cima a una gran torre. Si radunò molta gente per vedere e fare il tifo per loro. Cominciò la gara. In realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo: "Che pena !!! Non ce la faranno mai!” I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di raggiungere la cima e la gente continuava : "... Che pena !!! Non ce la faranno mai!..." E i ranocchi si stavano dando per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere. Alla fine, tutti abbandonarono la gara, tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima. Gli altri volevano sapere come avesse fatto. Uno degli altri ranocchi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere la prova. E scoprirono che... era sordo!                                            
Fortuna per lui, dico io, e questa è la riprova che ascoltando solo se stessi è possibile andare lontano e ricordiamo poi che a vincere non è sempre il più forte.
Buona vita!
maestrocastello

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