martedì 14 dicembre 2010

E vieni in una grotta, al freddo e al gelo.

I ricordi più belli legati al Natale sono quelli dell’infanzia, vissuti a Sant'Agata di Puglia, un incantevole paesino del Sud che, se lo guardi d’inverno, pare proprio un presepe e siamo poco prima degli anni sessanta. La tradizione era legata unicamente al presepio. L’albero di Natale l’avremmo conosciuto più tardi nei films americani della televisione! Il Natale non arrivava mai per caso, ma era lungamente aspettato. Già dai primi del mese di dicembre facevamo alzatacce per recarci alla funzione del mattutino : mi rivedo bambino, troppo poco vestito, per  stradine innevate e ancora buie che camminavo incollato ad un adulto, al richiamo di una campana che ci reclamava alla novena del Natale. In tutte le case si allestiva un presepio con pupazzi strettamente di creta e per lo più rattoppati. Il ricordo più bello è legato alle casette che costruivo assieme a  mio padre muratore. Lui tornava da lavoro nel tardo pomeriggio e, dimentico della stanchezza, tirava fuori scatole di cartone ed insieme progettavamo casette, frantoi, ponticelli, mulini che dovevano servire all'allestimento del  presepio di casa nostra. Ricordo che i canti, le luci e lo stare in mezzo alla mia gente che cantava il "tu scendi dalle stelle" con le lacrime agli occhi,  mi facevano battere forte il cuore. Allora non avevo la consapevolezza della nostra miseria o forse l’avevo ; ma con essa avevo anche la speranza che qualcosa potesse cambiare per gente dal cuore semplice come il nostro. Il pranzo di Natale poi era un’altra bella aspettativa per grandi e piccini : in tempi di magra, almeno il Natale era l'occasione per fare una bella mangiata! E chi può scordare le nostre letterine? Prima era stata un’impresa per procurarci le cinque-dieci lire per acquistare la lettera con la porporina d’oro e d’argento e poi la fatica a scriverci dentro le nostre promesse, stando attenti alle macchie d’inchiostro e alle immancabili sbavature. Ma l’impresa più grande era sempre metterla nascostamente sotto il piatto di mio padre che doveva consumare il primo piatto fingendo prima indifferenza e poi sorpresa. "Caro papà, ti prometto che sarò più buono…. e giù una grossa lacrima dal viso paterno. I nostri regali? Eravamo una numerosa famiglia e un grande regalo era già quel discreto pranzo, almeno a Natale e con cibi messi da parte apposta per l’occasione. Oggi vi sembrerà poco, eppure noi eravamo felici anche di quel poco. Da tempo vivo questa festa con mutato sentimento e vorrei tanto ritrovare quei palpiti del bambino che sono stato. I moderni addobbi, le luci; questa moda dei tanti regali non riesce proprio a toccarmi come riuscivano a farlo le pochezze di un tempo. Il Natale di adesso è legato agli affetti, ai buoni propositi, al pensiero che nutro per quelli che non riescono a sbarcare il lunario, a coloro che lottano per la loro dignità, agli abbandonati in un letto d’ospedale; ai tanti che rischiano il posto di lavoro, a quelli che muoiono sul posto di lavoro, ai ragazzi che rischiano la vita in scuole fuori norma; a coloro che hanno come letto appena un cartone. A tutti costoro dico di cuore :
Un Buonissimo Natale !
maestrocastello

2 commenti:

  1. Giovanni Colotti da Torino15 dicembre 2010 alle ore 00:41

    CHE BELLO CONDIVIDERE GLI STESSI RICORDI DI VITA VISSUTA, LE STESSE EMOZIONI DI ALLORA E PURTROPPO PROVARE GLI STESSI "NEGATIVI" SENTIMENTI DI OGGI RIGUARDO ALLE FESTE...
    CHISSA' PERCHE' LE COSE DEL PASSATO CI SEMBRANO SEMPRE PIU' BELLE E PIU' VERE...SI HA LA SENSAZIONE CHE OGGI SI STIA RECITANDO UNA VITA....FINTA...!
    un abbraccio e buone feste a tutti.
    Giovanni e famiglia

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  2. pur non condividendo gli stessi ricordi del S.Natale in un paesino di montagna, i miei ricordi di "città" non distano molto da quelli vissuti nel "paesino". C'era un forte sentimento religioso. Oggi a questo sentimento prevale lo scambio di doni; NIENTE DI PIU' FALSO.Un grande abbraccio e sinceri auguri.

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