lunedì 25 aprile 2011

Cattivi maestri.


Oggi è Pasquetta, giornata di gite fuori porta, di visite nelle città d’arte, di pranzi all’aria aperta a base di lasagna al forno ed abbacchio a scottadito; finalmente una giornata per star lontano dalle beghe della politica, direte voi. Nemmeno per sogno, perché questa giornata cade proprio il 25 di aprile, giorno che l’Italia festeggia, sì, la  liberazione dal nazi-fascismo; ma non dall’imbecillità delle solite teste di rapa. E chi è rimasto in città, come me, ne ha visto e sentito delle belle. Mentre  Napolitano si apprestava a deporre  corone d’alloro e invitava, ancora una volta,  la politica al dialogo ed alla coesione, La Russa veniva sonoramente fischiato, proprio sotto gli occhi del presidente,  a Roma apparivano scritte inneggianti al lager di Auschwitz, a Milano il simbolo di “ordine nuovo” sporcava lapidi della resistenza, anche a Pogggio Bustone (Rieti) avveniva qualcosa del genere e chissà quanto ancora succederà fino a stasera. Perché accadono ancora questi fatti? La colpa è da addossare ai cattivi maestri della politica, a coloro che per accaparrarsi un voto sono disposti a tutto. In  uno Stato democratico e moderno come il nostro si richiederebbe un libero confronto delle idee, il rispetto del diritto e delle libertà di ciascuno, la ricerca di un possibile terreno di convergenza almeno sui principi generali della carta costituzionale.  Ci vorrebbe coesione almeno su avvenimenti, come quelli di oggi, che hanno visto i nostri padri tutti opporsi, a rischio della vita,  a regimi totalitari. Una volta democristiani e comunisti celebravano insieme la festa di liberazione e poi si scornavano nelle aule parlamentari; oggi che siamo portati ad etichettare ogni cosa, questo non è più possibile. Il buon esempio contribuisce a darlo anche  il nostro capo del governo che arriva di gran carriera a l’Aquila, a Lampedusa e dovunque c’è da far incetta di voti; ma diserta abitualmente questa manifestazione che considera di stampo comunista. Sono state avviate le indagini sugli autori di questi gesti, ma c’è poco da indagare perché i veri autori sono già noti a tutti; sono coloro che a Milano appendono manifesti contro i giudici  definiti brigatisti, coloro che al momento dell’inno di Mameli escono dalle aule del consiglio regionale meneghino, coloro che danno fuoco al fantoccio di Garibaldi e se ne fanno vanto. Il nostro Paese avrebbe bisogno di condividere valori, di maggior sicurezza per i cittadini, di strategie per abbattere la disoccupazione giovanile; invece di vedere il nostro parlamento trasformato in un mercato rionale. Buona Pasquetta e non bevete troppo! 

maestrocastello                                              

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