domenica 3 aprile 2011

Balzelli d’Italia.



Un tratto che accomuna noi italiani è che le tasse non piacciono a nessuno, qualsiasi sia il ceto sociale, il sesso, l’età, il grado di cultura e  il livello di reddito. Gli esempi di evasori illustri non si contano, dai casi più recenti di Dolce e Gabbana, a Valentino Rossi, a Pavarotti e la lista sarebbe lunghissima. E’ questo un fatto scomodo, perché indica un segnale di scarsa inclinazione al senso civico. Eppure noi,  cittadini comuni,  le tasse le paghiamo e ne paghiamo pure tante! Secondo il rapporto Istat 2010, la pressione fiscale italiana ha raggiunto quota 43,5% del PIL.  E’ verissimo infatti che gli italiani lavorano i primi sei mesi per mantenere lo stato e i restanti sei per se stessi. Alla luce degli standard di vita, dei servizi resi ai cittadini e  dei vantaggi per la collettività; c’è da chiedersi se questo è giusto. Va molto di moda fare i confronti con altri paesi  industrializzati europei, ma credetemi, siamo quelli spremuti di più. Mi domando:  ma tutte queste tasse dove vanno a finire?  Ed anche : ma le tasse le paghiamo proprio tutti? Un rapporto Istat di questi giorni rivela che l’evasione in Italia raggiunge il 38% e cioè, su ogni 100 euro se ne evadono 38. Non credo che possano evadere  cittadini stipendiati, pensionati e tutti quelli tassati alla fonte  e non è neanche tanto difficile individuare le categorie che hanno scarso controllo. Pensate ad imprenditori senza scrupolo,  a tutto il lavoro sommerso per la massiccia presenza di extracomunitari nel nostro Paese,  ai cinesi che hanno comprato l’intera città di Prato;  se non pagavano le tasse nel loro paese, pensate che le paghino in Italia? Tutti i governi che si sono avvicendati hanno puntato la loro propaganda politica sulle tasse “ingiuste” e poi non le hanno ridotte nemmeno di mezzo punto. Noi paghiamo centinaia di tasse ingiuste che in altri paesi non si sognano nemmeno ed a questo proposito la Confesercenti  ha pubblicato : “Balzelli d’Italia”, in cui elenca le cento trappole per famiglie italiane, tasse che non hanno ragione d’essere. Paghiamo ancora molte tasse legate al passato: sui gradini, sull’ombra, sui ballatoi, sulle immagini, sulle paludi, sulla raccolta dei funghi, sui cani (da 20 a 50 euro a seconda la taglia), sulle suppliche, sul passaggio, sui forestieri, sul bestiame, sull’uscio di casa, sulle cabine telefoniche. Paghiamo tasse-mistero  sulle centrali nucleari che non abbiamo (1 euro ogni 5000 KW/h), tasse patriottiche sulla bandiera, sugli anticipi in bolletta, sui disoccupati (per partecipazione a concorsi), la tassa sulle tasse (l’iva sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti), tasse sui morti, sul feretro, sui lumini. Le multe stradali sono una forma di tassa  elevata per salvare il bilancio dei Comuni(nel 2008 ne sono state fatte per  circa 13 milioni, circa 43000 euro per vigile). Muoversi è fonte di guadagno per lo stato: c’è la tassa sulle targhe, la tassa sulle auto usate, sui voli, sullo sbarco, sulla benzina (25 centesimi al litro vanno per la guerra in Abissinia (1935), il disastro del Vajont, il terremoto del Belice, l’alluvione di Firenze ecc..).  Insomma ce n’è abbastanza da farsi venire il mal di testa ed un certo senso di nausea. Diceva Svetonio : “il buon pastore deve tosare le pecore, non scorticarle!”.
Buona vita!
maestrocastello

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