mercoledì 20 aprile 2011

Restiamo umani.

Vittorio Arrigoni


"Restiamo umani” era l’invito che Vittorio Arrigoni  faceva spesso nel suo blog, un invito a ricordarsi della natura dell’uomo.  “Io non credo nei confini, nelle barriere e nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia che è la famiglia umana” . Militante dell'International Solidarity Movement (Ism) che comprende volontari di tutto il mondo che partecipano ad atti di protesta non violenta contro l'occupazione israeliana, Vittorio operava nella striscia di Gaza, lembo estremo di terra palestinese nel quale  aveva scelto di vivere come volontario dal 2008. Egli aderiva, senza riserve, alla causa di un popolo, quello palestinese, e dove per tragico paradosso ha incontrato, a soli 36 anni, un’atroce morte per strangolamento, per mano dei salafiti, gruppo estremista di Hamas. Arrestato e pestato a sangue più volte dagli israeliani, non si è mai dato per vinto, continuando a vivere ed a protestare a fianco della popolazione palestinese,  denunciandone le aggressioni subite attraverso il suo blog personale. Ora Vittorio è morto ammazzato per mano di quelli che tanto umani non sono stati con lui. In giro non ce ne sono molti come lui, pronti a rischiare la vita per un ideale e lui era uno dei pochi. La gente che parla per niente dirà che se l'è  cercata, che non val la pena difendere i palestinesi perché guarda come ti ripagano e qualche politichetto nostrano tenterà di dare una colorazione politica al senso di altruismo di chi si è saputo immolare sull’altare della fratellanza. I giornali sono pieni di commenti cretini che etichettano Arrigoni come lo strumento della parte politica anti-israeliana. Se diamo un colore politico anche al nostro comune senso di altruismo ne usciremo sconfitti. Il senso di fratellanza non ha colore, razza e forma:  è e basta!  O ce l’hai o non ce l’hai. Facciamo attenzione perché la politica ha il potere di sporcare tutto quello che tocca. Dobbiamo invece solo ringraziare Vittorio per quello che ha fatto e  ammirarlo per il coraggio che ha avuto ad affrontare il fronte rivoluzionario semplicemente per portare dei diritti a chi non ne aveva, togliendoli perfino a se stesso e rischiando appunto la vita. In un mondo in cui sono in eterna competizione gli egoismi di ciascuno di noi, uno come Arrigoni risulta una mosca bianca. La gente comune della Palestina sa di aver perso un amico e lo piange. Ma adesso serve a poco piangere Vittorio, perché egli non è mai stato vivo come ora e, come dice sua madre Egidia, con la sua presenza che ingigantisce di ora in ora, egli soffia come un vento che da Gaza, dal suo amato mar Mediterraneo, soffia impetuoso  e ci consegna le sue speranze e il suo amore per i senza voce, per i deboli, per gli oppressi; passandoci il testimone. Restiamo umani.
maestrocastello

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