lunedì 11 aprile 2011

I tunisini non li vuole nessuno.



Così i leghisti :“Fora da i ball!”, non più tardi di una settimana fa Bossi sbiascicava queste parole miste ad una punta di bavetta che gli spuntava all’angolo della bocca, ma si faceva capire benissimo. Tanti si sono scandalizzati, ma, a pensarci bene,  lui è preferibile a tanti altri tromboni della politica che usano parole di circostanza e sostanzialmente si comportano come il “senatur”;  almeno Umberto odia gli immigrati e non lo   nasconde. Quelli della Lega stanno tutti sulla stessa lunghezza d’onda.  Calderoli che ha appena proposto di ritirare i nostri soldati dal Libano per schierarli lungo le frontiere italiane ed il ministro Maroni che non dorme sonni tranquilli al Viminale e gli sta venendo l’orticaria al pensiero che se davvero Parigi dovesse dare seguito alla minaccia di respingere tutti i tunisini arrivati a Lampedusa, questi resterebbero liberi di girare tranquillamente nel nostro Paese.
Così gli uomini del capo : Diversi uomini di governo, già all’indomani della rivolta tunisina,  parlavano che i nordafricani si sarebbero riversati a centinaia di migliaia sulle coste italiane, eppure si sono fatti trovare impreparati e non hanno saputo trovare una sistemazione rapida ad appena ventimila immigrati; lasciando che Lampedusa fosse travolta da un autentico tsunami umano.
Così il "gigante buono" :  Ma tutti sappiamo però che quando la situazione si fa insostenibile ed il pericolo incombe, arriva sempre il “gigante buono” e risolve tutti i problemi,  proprio come in un vecchio  carosello della Ferrero.  Il gigante in questione è un signore meneghino, gigante solo in quanto a furbizia, perché in effetti lui non è  tanto alto, non ha tanti capelli, non è tanto buono e  quando aiuta, lo fa sempre per  la stessa ragione: ottenere consensi.   Prima a L’Aquila (dopo terremoto) e poi a Napoli (caso monnezza),  aspetta sempre che la situazione precipiti e poi si precipita lui. Avete notato che lo fa sempre alla vigilia di una tornata elettorale? E ogni volta si sente un cittadino di quel posto.  Ieri si sentiva aquilano e napoletano, oggi è divenuto addirittura  lampedusano. Sabato scorso hanno lucidato a nuovo Lampedusa e fatto sparire le centinaia di nordafricani residui per la nuova scesa in campo del “gigante buono”.  Lui si è presentato  a Lampedusa con la copia dell’atto d’acquisto della villa, ha rinnovato promesse già fatte la volta precedente ed ha  raccontato le solite barzellette spinte. Poco importa che appena settantadue prima, proprio in quelle acque, un barcone con 350 disperati si è rovesciato in mare, che hanno perso la vita 200 tra uomini, donne e bambini e che i sopravvissuti sono appena 48. Di questo non ha fatto parola. Lui racconta barzellette mentre la gente muore. Ma la barzelletta più esilarante è quella contenuta nella frase che continua a ripetere in maniera ossessiva, attirando (se mai ce ne fosse bisogno) masse disperate sulle nostre coste: “L’Italia è il paese  del benessere e della democrazia”, frase che continua a ripete e a far ripetere irresponsabilmente ai suoi servitori sciocchi.
L'Italia si sta isolando : Da noi non c’era nessun piano di accoglienza, questo è evidente; il caso di Lampedusa è stato determinato anche da questo.   Questi tunisini non li vuole proprio nessuno e in Europa si gioca allo scaricabarile, mancando una direttiva comune. Così Italia e Francia sono arrivati al  “braccio di ferro”. L’Italia escogita il permesso temporaneo per lasciare che i tunisini raggiungano la Francia, vera meta del loro viaggio e la Francia in sostanza li respinge, ponendo ai disperati fuggitivi 5 condizioni impossibili al momento di essere controllati: (1) titolo di viaggio valido; 2) documento di soggiorno; 3) disporre di 62 euro al giorno a persona;4) non costituire una minaccia per l’ordine pubblico; 5)non essere entrati in Francia da oltre 3 mesi. In mancanza di questi requisiti, saranno riaccompagnati in Italia.  Da noi manca una vera politica dell’accoglienza e spaventano  appena ventimila immigrati che ammassati a Lampedusa erano tantissimi, ma suddivisi equamente nella penisola sarebbe un problema risolto.  Il nostro Paese rischia di rimanere isolato in Europa se continua soltanto coi lamenti, se si ostina a respingere questi profughi verso Paesi che già ospitano molti più immigrati di noi. Nella riunione europea di oggi solo Malta si è schierata con noi; mentre 25 sono stati i voti a nostro sfavore. Sarebbe ora di abbandonare la politica del rifiuto e percorrere la strada della tolleranza e dell’accoglienza; ma la vedo molto dura se seguitiamo a dar retta a chi invece vorrebbe accogliere i profughi con le cannonate.
Buona vita!
maestrocastello

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