giovedì 21 aprile 2011

Il più umile tra loro.

Ai vespri del Giovedì Santo la liturgia assume un tono sommesso e finisce nel silenzio: si spogliano gli altari che raffigurano il corpo del Signore allorché fu spogliato e ridotto male dai soldati o, veramente, perché fu abbandonato dai discepoli che nella Scrittura Sacra sono chiamati “vestimenta di Dio”. Anche le ostie vengono portate via, come Gesù nel Getsemani, la luce del presbiterio viene spenta, tace l’organo, si legano le campane; insomma inizia il “grande silenzio”. Questa giornata segna la data del testamento spirituale, non scritto, che Gesù volle fare agli Apostoli, sapendo che li stava per lasciare. Dopo che si fu alzato dalla cena, il Signore versò dell’acqua in un catino e cominciò a lavare i piedi dei suoi discepoli. Ci pensate, un Dio in ginocchio davanti a noi per lavarci i piedi? Lava i piedi a tutti, anche a Giuda. Un amore che arriva fino a farsi inchiodare e morire per amore; ecco spiegato il mistero della cena. Questo esempio lasciò loro. “Intendete quello che ho fatto a voi, io Signore e Maestro?” e disse poi “Vi ho dato l’esempio, affinché anche voi facciate ugualmente”. Uno di loro, Simon Pietro,  gli disse: ” Signore, che Voi a me lavate i piedi? ” Lui rispose “ Se non ti laverò i piedi, non avrai parte con me”. Gesù con quel gesto intendeva raccomandare loro la pratica dell’umiltà e se l’ha fatto Lui che è Dio; quanto più dovremmo farlo noi. E’ questa appunto una grande lezione di umiltà che insegna come dovrebbe essere il carattere di un cristiano. Le ricorrenze possono rappresentare un’occasione per guadarci nel profondo, se solo tralasciamo l’aspetto coreografico della Pasqua. Cristo non è morto una sola volta; ma muore ogni volta per la presunzione della gente, per l’aridità di chi non tende una mano ad un fratello, per l’egoismo di chi bada solo a interessi personali più che ai problemi della collettività, pur avendone le possibilità. “Esempio vi ho dato, affinchè lo stesso anche voi facciate. Se io, Signore e maestro vostro, vi ho lavato i piedi; quanto più dovete l’un l’altro lavarvi i piedi?”. Tutti quelli che si dicono cristiani, oggi, si lavano ancora i piedi l’un l’altro?
Buona Pasqua!
maestrocastello

2 commenti:

  1. Credo che per molti di noi che ci diciamo cattolici a parole queste funzioni abbiano solo un valore scenografico. L'insegnamento evangelico viene spesso disatteso e prova ne sia il fatto che viviamo vite all'insegna del mero egoismo, dimenticando valori come umiltà, altruismo e fratellanza. Ci battiamo perché il crocifisso resti appeso negli edifici pubblici, ma poi lo gettiamo alle ortiche quando neghiamo un aiuto al fratello che soffre. Più che i piedi, andrebbero lavate le nostre coscienza.Buona Pasqua!

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  2. E' vero, lavare i piedi significa appunto avere attenzioni per i nostri fratelli e non sempre lo facciamo.

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