A volte mi chiedo cosa è mi è rimasto del maestro che sono stato e inevitabilmente mi sovvengono facce di bimbi al primo giorno di scuola, scene di pianto associato mamma-figlio, riluttanti al distacco. Ripenso alla delicata eredità che mi assumevo, di seguitare il lavoro fatto a casa dai genitori: loro ad attendere il primo momento che il piccolo pronunciasse parole fatidiche, come “m a m m a” o “p a p à ed io ad emozionarmi quando le sillabe che andavo insegnando da mesi, nella loro bocca, si trasformavano, magicamente, in parole di senso compiuto. Insegnare a leggere è un'arte. Solo chi ha esercitato questo mestiere può capire la gioia di vedere bambini appena parlanti, mutarsi in piccoli lettori, magari solo sillabando. Ho sempre associato il mestiere del maestro a Geppetto e lo scolaro al ciocco di legno che, via via, si va trasformando da ciocco in burattino, da burattino in Pinocchio. La lettura è lo strumento basilare per poter iniziare un percorso di vita completo. Peccato che molti di questi ragazzi si scordino dei loro maestri e quanto importante sia la lettura, specialmente da grandi. Leggere un libro è come avere un navigatore a propria disposizione che ti indica sempre la strada.
Ho fatto il maestro nella periferia romana, ma mi sarebbe tanto piaciuto farlo in Colombia e vivere la stessa esperienza di Luis Soriano Bohòrquez. Luis, maestro e bibliotecario volontario, ha avuto un’idea semplice ma geniale: era il 1990 e lui, con due asini, Beto&Alfa, li caricava di libri e visitava, ogni sabato, una quindicina di villaggi sperduti sulle montagne della Colombia. E’ proprio in questi pueblos màs escondidos (villaggi nascosti) che i bambini si incantavano ad ascoltare le storie del bibliotecario viaggiante. Luis abbandonava il suo “mezzo di trasporto” detto Biblio-Burro (asinello dei libri), montava il tavolo da campo che portava sottobraccio e apriva i suoi libri. Ne uscivano racconti avvincenti che incantavano queste semplici creature, ne accendevano la fantasia e annullavano quasi lo scorrere del tempo. Luis leggeva, raccontava, insegnava l’alfabeto e poi lasciava che i bambini scegliessero dei libri da tenere in prestito fino a quando sarebbe ritornato.
Ho fatto il maestro nella periferia romana, ma mi sarebbe tanto piaciuto farlo in Colombia e vivere la stessa esperienza di Luis Soriano Bohòrquez. Luis, maestro e bibliotecario volontario, ha avuto un’idea semplice ma geniale: era il 1990 e lui, con due asini, Beto&Alfa, li caricava di libri e visitava, ogni sabato, una quindicina di villaggi sperduti sulle montagne della Colombia. E’ proprio in questi pueblos màs escondidos (villaggi nascosti) che i bambini si incantavano ad ascoltare le storie del bibliotecario viaggiante. Luis abbandonava il suo “mezzo di trasporto” detto Biblio-Burro (asinello dei libri), montava il tavolo da campo che portava sottobraccio e apriva i suoi libri. Ne uscivano racconti avvincenti che incantavano queste semplici creature, ne accendevano la fantasia e annullavano quasi lo scorrere del tempo. Luis leggeva, raccontava, insegnava l’alfabeto e poi lasciava che i bambini scegliessero dei libri da tenere in prestito fino a quando sarebbe ritornato.
Tanti libri, due asini ed un solo maestro erano un dono per tanti bambini abitati dall’ignoranza, dall’abbandono; ma anche dalla curiosità e dal desiderio di riscatto. E’ bello sapere che anche un semplice libro può farsi voce di speranza in zone così remote della Colombia,infestate di miseria, di droga e violenza e quanto, quello stesso libro, conti poco per chi pensa solo a riempirsi la pancia, perchè il cervello l’ha gettato alle ortiche.
Buona vita!
maestrocastello
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