Premessa :Fare il genitore è un mestiere difficile. Il rapporto lo gestisci fintanto che i tuoi figli restano bambini, ma quando giungono alla soglia dei tredici-quattordici anni; ti accorgi che si trasformano rapidamente, assumendo una personalità più complessa che tu non riesci più a penetrare e di fronte alla quale provi un senso di smarrimento. Prima eri abituato a confrontarti con bambini di cui conoscevi alla perfezione esigenze e sentimenti, ora intuisci di essere escluso dalle loro confidenze. I primi segnali li avverti quando cominciano a rispondere. L’adolescenza è un periodo critico per tutti, sia per i figli che per i genitori. Gli adolescenti un tempo si chiudevano nella loro stanza o, tutt’al più, si aprivano con l’amico del cuore; oggi che hanno il computer, vanno su internet e si confidano con amici virtuali di twitter o di face book.
Il Fatto :E’ quello che ha fatto Hanna Jordan, una quindicenne della North Carolina che ha pubblicato sulla sua pagina facebook una lettera di protesta, rivolta ai suoi genitori. La ragazza si è lamentata di dover sbrigare faccende di casa dopo la scuola, con un linguaggio poco simpatico: “Mi sono stufata di dover pulire il vostro schifo, abbiamo una donna delle pulizie che fa questo”. “Devo lavare i piatti, pulire per terra mentre voi mi guardate seduti sul divano”, “…perchè non mi pagate per quello che faccio?”. “ …ho paura che un giorno in cui sarete vecchi e mi dovrete chiamare per pulirvi il culo”. Suo padre Tommy, tecnico informatico, non ha preso la cosa per niente bene e ha deciso di registrare un video risposta, pubblicandolo su youtube e sulla sua pagina di Facebook. Nel video legge rabbiosamente il post della figlia e ribatte ad ogni sua richiesta: “Pagarti? Le tue responsabilità sono quelle di alzarsi la mattina in tempo e prendere l’autobus. Non mi sembra che tu abbia una vita complicata”, “Pubblicherò questo video, così tutti quei ragazzi che hanno pensato a quanto fossi cool per la tua ribellione, possano sapere cosa succede a chi la pensa così dei propri genitori.” Quindi la telecamera inquadra un portatile nel giardino di casa: “Questo è il tuo pc - esclama Tommy - e questa è la mia calibro 45” L’uomo spara dodici colpi sul pc della ragazzina e uno di quali “da parte di tua madre”. Nel giro di qualche giorno, il video viene visualizzato da oltre venti milioni di visitatori e diviene il più discusso della rete.
Per la riflessione : Tanti hanno condiviso il comportamento di questo padre, tanti altri lo hanno criticato per i suoi metodi violenti e tanti ancora hanno osservato che poteva semplicemente ricorrere a soluzioni più comuni, come requisire il computer alla figlia per qualche tempo, senza alzare tanta polvere. Da parte mia, credo che sia tutto studiato ad arte, non si spiega altrimenti il successo mediatico che questo cowboy informatico ha saputo confezionare. Mi sorge un dubbio: e se avesse sparato su un portatile già fuori uso? Comunque, questo episodio apre, se non altro, un dibattito sempre attuale, quello del rapporto familiare genitori-figli che dovrebbe essere improntato principalmente sull’ascolto e sul dialogo, quali elementi fondanti per la crescita, lo sviluppo e la maturità dei figli; ma, troppo spesso, il rapporto prende pieghe diverse. Assistiamo a padri che assumono atteggiamenti di ostentata amicizia coi figli, dimenticando il loro ruolo principale di genitori; o a quelli che si distaccano totalmente, riducendo il dialogo (dialogo?) a monologhi che colpevolizzano sempre il figlio del tipo: “Tu non sai i sacrifici che facciamo per te!” Se qualche nostalgico pensa alla figura autoritaria del passato, si metta l’animo in pace; quella figura, come scriveva Kafka, otteneva obbedienza assoluta dai figli, ma lasciava danni impressi per sempre nei loro animi. Voi come la pensate?
Buona vita!
maestrocastello
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