sabato 12 dicembre 2009

la leggenda del vischio.


Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere sonno.
Gli affari, quel giorno, erano andati benissimo: comprando a dieci, vendendo a venti, moneta su moneta, aveva fatto un bel mucchietto di denari.
Si levò. Li volle contare. Erano monete passate chissà in quante mani, guadagnate chissà con quanta fatica. Ma quelle mani e quella fatica a lui non dicevano niente.
Il mercante non poteva dormire. Uscì di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo. Preva che tutti si fossero passati la parola per partecipare a una festa.
Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si levò: - Fratello, - gli gridarono - non vieni?
Fratello, a lui fratello? Ma che erano questi matti? Lui non aveva fratelli. Era un mercante; e per lui non c'erano che clienti: chi comprava e chi vendeva.
Ma dove andavano?
Si mosse un po' curioso. Si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli.
Fratello! Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma lui cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello. Quante volte li aveva ingannati? Comprava a dieci e rivendeva a venti. E rubava sul peso. E piangeva miseria per vender più caro. E speculava sul bisogno dei poveri. E mai la sua mano si apriva per donare.
No, lui non poteva essere fratello a quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita.
Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme. Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote; anche i poveri avevano qualcosa. E lui non aveva niente, lui che era ricco.
Entrò nella grotta insieme con gli altri; s'inginocchio insieme agli altri.
- Signore, - esclamò - ho trattato male i miei fratelli. Perdonami.
E proruppe in pianto.
Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo cuore cambiò.
Alla prima luce dell'alba quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline.
Era nato il vischio. (tratto da “Racconti di Natale” es. ELLECIDI).
Nel Vangelo di Matteo(Mc 10,17-31) si legge che un uomo andò incontro a Gesù e, gettosi ai suoi piedi, chiese: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: ” Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre”. Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza»: Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca; va’, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!»: I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com’è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Coraggio, ragazzi, già mi vedo tutto il paradiso popolato di morti di fame, clandestini, zingari, disoccupati, cassaintegrati, barboni, irregolari, profughi e rifugiati, diseredati e figli di mignotta; tutta gente,insomma, che si puzzava di fame in alberghi a dodici stelle e di ricchi?... nemmeno l’ombra! Che goduria!
Buona vita!
maestrocastello

2 commenti:

  1. colotti.giovanni@alice.it14 dicembre 2009 alle ore 14:50

    ma un posto per noi in paradiso, ci sarà...visto che non siamo nè da una parte nè dall'altra......? vabbè andremo in purgatorio....!
    un abbraccio....è sempre unpiacere leggerti...!
    Giovanni e famiglia

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  2. a roma è usanza portare in dono a parenti o amici rami di vischio come augurio di un nuovo anno felice. chi lo riceve deve poi appenderlo sopra la porta d'ingresso di casa così chiunque entra e passa sotto i rami avrà fortuna x tutto l'anno. Mia madre aveva questa abitudine ma......................... vabbè buon natale atutti

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