martedì 2 febbraio 2010

Non toglieteci anche l'aria!


Ancora una volta è scattato l’allarme “polveri sottili” che in molte città italiane hanno raggiunto picchi dieci volte più alti del limite consentito. Molteplici le cause che determinano questo fenomeno che si va ripetendo da un ventennio a questa parte. Tra il 2002 e il 2004 più di 8 mila decessi nelle principali città italiane sono stati attribuiti agli effetti, a lungo termine, delle polveri sottili. Si fatica non poco a prendere drastiche misure di contenimento da parte dei sindaci delle principali città e persino il blocco del traffico nei giorni festivi sembra un sacrificio insostenibile per la gente che intanto è esposta quotidianamente agli inquinanti, lungo le vie dello shopping, in una lotta senza tregua per i nostri polmoni. Quello che crediamo un problema nazionale, riguarda invece tutti gli inquilini di questo pianeta. Come mai siamo arrivati all’attuale situazione? La questione è antica: le nazioni industrializzate (compresa l’Italia) si sono sviluppate, soprattutto negli ultimi due secoli, depredando le risorse di quelle povere e inquinando il Pianeta, senza curarsene affatto. Quando leggevamo, negli anni sessanta, che le sostanze inquinanti avrebbero sconvolto gli equilibri vitali dell’uomo; accusavamo di catastrofismo tali studiosi. Oggi stiamo puntualmente pagando gli errori di quella crescita sfrenata e senza regole e pretendiamo pure che i poveri del pianeta si sviluppino moderatamente e soprattutto senza inquinare, perché a noi fa male. I paesi in via di sviluppo chiedono giustamente un impegno finanziario e tecnologico da quelli industrializzati, per la loro limitazione delle emissioni inquinanti e, francamente, non si può dar loro torto. Solo che ci troviamo tutti su un’unica barca che rischia presto di affondare, paesi poveri compresi. A dicembre si è svolta a Copenaghen, la 15esima Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici chiamata Cop15 ed è stata un fallimento: 193 Paesi che fanno parte del pianeta Terra, seduti insieme in una grande aula, non hanno preso alcuna decisione. Almeno nel COP3 svoltosi a Kyoto(Giappone) si era stabilito di ridurre le emissioni sia pure del 5% e pensate che gli scienziati, quelli seri, indicano in una riduzione del 60% di CO2 un passo veramente significativo per contrastare il riscaldamento climatico e gli effetti si vedrebbero solo dopo decenni. La conferenza è rimandata di qualche mese e noi, nel frattempo, non lasciamo che ci impediscano di avere un futuro!
Buona vita!
Maestrocastello.

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