mercoledì 9 marzo 2011

Garibaldi fu bruciato!



Il fatto In tante località del nord dell’Italia nei periodi che vanno dall’inizio dell’anno alla  Quaresima si celebra il processo e il rogo della "Vecia", manifestazione tradizionale della cultura popolare locale. Nel corso di una pubblica udienza, in cui è permesso prender di mira politici, amministratori e persone importanti, si celebra il processo alla "Vecia", colpevole di esser la causa di tutte le disgrazie della Comunità. Alla fine, solamente con la condanna al rogo di un fuoco purificatore, la Comunità si libera dalle avversità. Ora avviene che sabato 5 marzo, al posto della “vecia”, i vicentini di Schio hanno bruciato un fantoccio raffigurante Giuseppe Garibaldi che aveva appeso un cartello con la scritta:”l’eroe degli immondi”. L’episodio è accaduto davanti ad una discoteca  della cittadina, alla presenza di circa duecento persone, tra cui diversi uomini politici comunali, provinciali e regionali; tutti leghisti.                                                                                                                                                                                         
Le reazioniAlcuni esponenti del Carroccio minimizzano il gesto, ritenendolo  soltanto una goliardata che non va strumentalizzata. Altri, invece, come il presidente Patrik Riondato del “Movimento Veneti”, rincara la dose scrivendo che il rogo ” è solo una scintilla, dal 17 marzo aspettiamoci i fuochi d’artificio”. Il governatore Luca Zaia fa una tiepida condanna: “Mi ritengo venetista ma bruciare una sagoma è un segnale a cui stare attenti. Dietro a una figura ‘c’è una persona’, non bisogna minimizzare e trasmettere messaggi sbagliati ai giovani”. Altri lo ritengono giustamente un atto vergognoso e raccapricciante  a cui va data un’adeguata risposta che naturalmente non ci sarà mai (ci permettiamo di aggiungere noi).                                                                     
la riflessione : Niente da fare,  ai leghisti l’unità d’Italia non va proprio giù.  E non lo nascondono.  Ora se la prendono con Garibaldi descrivendolo un brigante, un bandito, uno stupratore, un ladro e un assassino. D’altronde sono leghisti. Cosa importa a questi campioni della storia “fai da te” che l’autorevole Times, all’indomani della sua morte, scrisse: “Fate scrivere la biografia di Garibaldi al suo peggior nemico e vi apparirà come il più sincero, il più disinteressato e il meno dubbioso degli uomini…” Ha ragione Gian Antonio Stella quando afferma che il fanatismo talebano ha raggiunto anche l’Italia, se possono accadere fatti come quelli dell’altra sera, grazie anche ad una giustizia ormai ridotta a zimbello. Le frasi razziste di Umberto Bossi le ho sempre considerate un paradosso e  ogni volta ne ritenevo responsabile il governante suo alleato che lasciava correre, perché convinto di poterlo controllare.  Le azioni irresponsabili come quella di Schio sono figlie di quei paradossi che abbiamo lasciato sempre correre. Ora è ormai troppo tardi. La riprova è che c’è ancora gran confusione sotto il cielo italiano alla vigilia del centocinquantenario, se il governo della maggioranza dei cittadini non è in grado di imporre a tutto il Paese  il 17 marzo come giorno di festa nazionale. La Lega lo ritiene un danno per l’economia o che non c’è nulla da festeggiare; che, anzi,  si può fare, purchè venga concesso ai padani  il 29 maggio per festeggiare la battaglia di Legnano. Ma cosa sta mai succedendo ai nostri governanti?  ” La nave è ormai in mano al cuoco di bordo e le parole che trasmette il megafono del comandante non riguardano più la rotta, ma quello che si mangerà domani”. Questo pensiero del  filosofo Kierkegaard sembra fotografare perfettamente la situazione di confusione della politica italiana. Invece di Viva l’Italia! Ci viene da dire: povera Italia!
Buona vita!
maestrocastello

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