giovedì 12 gennaio 2012

La critica è per gli uomini maturi.

MAESTROCASTELLO  VISTO DA DANIELE GENCHI



La storia
 
Plinio il Vecchio cita in “Naturalis historia” che Apelle di Coo (proprio quello della palla di pelle di pollo, per intenderci) stava eseguendo un dipinto, quando un calzolaio (sutor) gli si avvicinò e gli segnalò che nel dipingere una scarpa, più esattamente un sandalo (crepida); aveva commesso un errore. Valendosi del suggerimento tecnico ricevuto, il grande Apelle che al tempo era considerato il maggior pittore mai esistito, grato ed umile, corresse l’errore. Il ciabattino, tronfio del fatto che Apelle avesse accolto, di buon grado, i suoi consigli, cominciò però a formulare osservazioni anche su altri particolari (vesti, espressioni del volto, ecc.), indisponendo a tal punto l'artista che, per zittirlo, lo apostrofò in questa maniera: “Sutor, ne ultra crepidam” (Ciabattino, non andare oltre le scarpe!). Cosa sta a significare questa espressione latina? Se non siamo ferrati su di un determinato argomento, sarebbe meglio tacere!                                                                  

Le nostre riflessioni 
Apelle ci dimostra che, oltre ad essere stato un grande artista, era anche un grande uomo; perché sapeva accettare le critiche quando le riteneva giuste. Come reagiamo noi, invece, di fronte ad una critica? Diciamo come Cetto La Qualunque: “me nne fotto!”, oppure, aspettiamo proprio le situazioni critiche, come fa la vita, per rivelare il nostro lato più brillante? Diciamoci la verità, la maggior parte di noi si mette sulla difensiva e contrattacca, spesso, in modo ignorante. Ma sono queste le reazioni migliori? Quelle più efficaci?  E’ vero, le critiche possono far male e demoralizzare. Anche i rimproveri, però, hanno il loro risvolto positivo, possono rappresentare delle ottime occasioni per migliorare. Molti si arrabbiano quando vengono criticati, reagiscono a caldo e fanno disastri e poi si dispiacciono  per quanto hanno detto. L’approccio migliore ad una critica sarebbe quella di farla freddare, per dare tempo alla logica di venirci in aiuto. Vediamo anche il lato positivo della critica, non consideriamola  solo come l’intenzione di qualcuno di ferirci. Cerchiamo di vedere anche chi critica in onestà. In ogni critica c’è sempre almeno un granello di verità e dobbiamo considerarla come un'opportunità che ci viene offerta per migliorare; perciò dovremmo ringraziare piuttosto chi ci ha criticato.  Lo so, è facile.a dire e non tutti ne siamo capaci. Se sapremo imparare dalle  critiche che ci vengono rivolte, avremo poi un atteggiamento diverso rispetto a quelli  che ci criticano. Rispondere all’insulto con un insulto è porsi al livello basso del tuo avversario, come mettere i piedi in una pozzanghera, col rischio sicuro di infangarsi le scarpe. “Solo gli animali non fanno domande e non muovono critiche”, come dice G. Eliot. Troppo comodo non essere mai giudicati! Pensate che noia, se nessuno ci muovesse una critica! Ci sarebbe una continua falsa piaceria e nessuna verità .Un buon esercizio per accettare meglio le critiche consiste nel fare autocritica, nel prendersi in giro da soli; farsi fare la caricatura e riderci sopra insieme ad un amico.Bisogna imparare ad essere auto-ironici, a comportarci da persone mature, perché la critica è  parte della vita. Il poeta Giosuè Carducci diceva che la critica è per gli uomini maturi, mentre gli altri sanno solo arrabbiarsi.
Buona vita! 
maestrocastello

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