martedì 17 gennaio 2012

Profumi di Sardegna.

Foto di Chritian Camana

I ricordi del mio primo contatto con l’isola sono legati alla visione surreale del suo paesaggio che mi rapiva in un crescendo di emozioni, man mano che passavo ai fotogrammi successivi: distese di verdi licheni, scorci di mare esilarante e sassi ovunque e dalle forme più inconsuete.
Quello che proprio non riesco a cancellare dalla mente sono i profumi legati a questa terra: odori forti di mirto, di finocchio selvatico, di terra bruciata dal troppo sole e di armenti perennemente assetati. E che dire degli incendi, di cui avevi sentore anche a chilometri di distanza e rendevano acre anche l’aria? Ma l’odorato si esalta in cucina: qui la fragranza, l’intelligenza, la versatilità e la natura esotica di una cucina di veri contadini e pastori produce capolavori per palati in vena del vero mangiare. La fragranza di ingredienti ancora naturali che, mi dicono, conservano ancora tutto il loro sapore di un tempo, con metodi di cottura tramandati e religiosamente praticati tutt’ora; partoriscono cibi dai sapori che il palato non sempre riesce a raccontare. Il solo problema lo rappresenta il profumo maschio di un vino troppo energico per chi ha poca dimestichezza col bere; ma non è questo il mio caso!  E che dire dei dolci? La pasticceria sarda ti delizia con sapori sempre decisi, a base di mandorle, di miele, di canditi ed uva passita. La fantasia di questa gente sforna dolci dai nomi più inconsueti: aranzada, cozzuleddas, maringosos, papassinos, seadas, torroncini pruneddu, sospiri e tant’altro.
Il profumo mio preferito lo emana proprio il mare. Mi piace anche il sapore del cacio pecorino, della ricotta piccante ed il profumo che sprigiona la pelle cotta dal sole; ma non disdegno qualche buon bicchiere di vino : prima un bianco Vermentino, per gustare meglio le pietanze, a base di  pesce, di questa signora cucina isolana e tanto Cannonau, per scordare le tante facce da pirla che ho lasciato al di là di questo meraviglioso mare verde-bottiglia. 
Buona vita!
maestrocastello 


(tratto da "Chiuso per ferie" di Giovanni Castello  del 1998- inedito)


“……al di là  di questo mare verde - bottiglia ho lasciato le apprensioni che pian  piano mi  stavano consumando l’anima e  finalmente sono a bordo della mia fantasia a disegnare traettorie di respiro che mi permetteranno domani di riprendere il cammino di tutti i giorni. Ogni tanto avverto un urgente bisogno di allontanarmi da me stesso e di guardarmi da lontano per vedere di quanto avevo deviato la rotta dal mio naturale cammino. Non è semplice combattere questa vita e rimanere indenni dal pericolo della quotidianità che uccide.  L’uomo senza la fantasia non riesce proprio a volare!” ("Chiuso per ferie" 1998)



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