domenica 1 marzo 2009

19 luglio. Il nuoto.

Nuotare è come un tentativo di riappropriarsi del grembo materno. Stare in un grande sito come il mare, ti permette di vagare in uno stato di grande abbandono che non ha pari.
Dice il poeta: “… immergersi nell’acqua è come immergersi nell’infinito…”, è come lanciarsi in una dimensione surreale alla ricerca di un illusorio orizzonte che libera la mente dagli assilli del reale, dove, sospinto da un corpo divenuto magicamente leggero, sei finalmente alla ricerca di te stesso e della tua vera identità.
Il mare è un palcoscenico incredibile, in cui capita di tutto e gli fa da proscenio ideale la spiaggia, da cui parenti suggeritori danno consigli agli attori-bagnanti che si esibiscono nell’acqua. Vedi bambini dapprima letteralmente impazziti per il divertimento che procura loro giocare con l'acqua, diventare poi tristi; perché puntualmente imbeccati dagli adulti, quasi sempre imperiosi che scaricano su di essi le proprie ansie mal represse. Altri, a bordo dei grandi, vivono invece più serenamente le prime esperienze con l’acqua. Ragazzotti maggiormente spavaldi sfoderano i vari stili di nuoto, per catturare l’attenzione di maschiette finte-distratte. C’è pure chi è da mezz’ora nell’acqua, sempre all’impiedi, e ritarda all'infinito il momento del tuffo, nel timore di essere osservato. Certi, non più giovani, giocano a fare i ragazzi, improvvisando tuffi e capriole e si divertono da matti. E che dire di quelli che, armati di maschere nuove di zecca, esplorano fondali troppo bassi; suscitando le risate degli astanti? C’è pure chi amoreggia nuotando e chi si diverte da un’ora rincorrendo semplicemente una palla. Il mare accoglie tutti noi e forse anche lui se la ride come un matto.
Tratto da "Chiuso per ferie" di G.Castello

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