venerdì 13 marzo 2009

" Dopo Carosello, tutti a nanna! "







La pubblicità è l’anima del commercio. Gli operatori economici usano questa forma di comunicazione a pagamento per influenzare le scelte degli individui al momento di fare acquisti. I linguaggi utilizzati variano a seconda del mezzo di comunicazione in questione, comunque tutti molto accattivanti. Lo spot è ideato ad arte per convincerti che, solo usando quel prodotto, sei uno che vale veramente, sempre al passo coi tempi; insomma, per dirla con una nota reclame, “un uomo che non deve chiedere mai!”. Ormai la pubblicità ci ha invaso la vita, ci segue ovunque: l’ascolti alla radio, la vedi in tv, la ritrovi nella cassetta della posta, in ascensore, sul parabrezza della macchina, sulla tuta che porti addosso. Spesso ripenso a quando c’era “Carosello” , appena 4 spot di 135 secondi ognuno, per un totale di 9 minuti complessivi al giorno e tutti di divertimento. Dopo Carosello “ tutti a nanna!”. Era il 1957 quando nacque Carosello. I messaggi pubblicitari erano inseriti in un contesto di tipo teatrale: introdotti dall'apertura di un siparietto con accompagnamento di una specie di fanfara. La sera ero sempre ansioso nell’attesa dell’allegra tarantella napoletana che faceva da sigla al divertimento. Ciascun siparietto mostrava in successione 4 panorami celebri italiani: Ponte dei Sospiri (Venezia), Piazza del Campo (Siena), Via Caracciolo (Napoli) e Piazza del Popolo (Roma). Gli attori facevano a gara per entrare in quelle scene, perché capivano che era un modo per farsi conoscere dalla gente. Ubaldo Lay era il tenente Sheridan dell'aperitivo Biancosarti, Cesare Polacco l'ispettore calvo che non ha mai usato la Brillantina Linetti. E poi ancora il loquacissimo Tino Scotti con il confetto Falqui che” basta la parola”, Carlo Dapporto con la sua Pasta del Capitano e il chitarrista Franco Cerri era “l’uomo in ammollo”... Erano tutti molto divertenti, ma francamente preferivo i personaggi dei cartoni che hanno fatto epoca e stuzzicavano la mia fantasia bambina: Calimero, Il gigante buono, Jo Condor, Gatto Silvestro, Il caballero misterioso, l’Ancillotto, El Dindondero. Ricordo che gustavo ogni storiella e quando terminava, mi dicevo che era stata troppo breve! Quante frasi legate ai personaggi di uno spot che sono poi entrate nel gergo quotidiano. "pitupitum ...paaah!” , "Oh no, su DeRica non si può!”, “Gigante, pensaci tuuuu!!!!!... ,” E che, c'ho scritto Jo Condor?”, “Ava, come lava!” , “Cimabue, Cimabue, fai una cosa ne sbagli due”, “Miguel son mì!”. Il personaggio che faceva tenerezza? Calimero, naturalmente! : “Che ingiustizia! Ce l’hanno tutti con me, perché sono piccolo e nero!..” e quella che trovavo più geniale era “la linea” che rese popolare il marchio Lagostina : il personaggio era costruito sulla stessa linea della terra su cui camminava e il disegnatore gli creava via via le situazioni e gli oggetti con cui doveva confrontarsi. Un racconto tale oggi potrà suscitare ilarità, ma per noi bambini di quegli anni erano questi i primissimi cartoni sulla piazza. E siccome “dopo Carosello tutti a nanna!”, questi personaggi li ritrovavo spesso nei miei sogni. Ero solito essere inseguito da personaggi oscuri e, proprio in procinto di cadere da precipizi spaventosi, sapete chi arrivava sempre in mio soccorso? Il gigante Buono, naturalmente! Quei siparietti non ci sono più, appartengono ormai al tempo della mia anima bambina che era ancora capace di sognare. Di quel tempo non ho rimpianti di altre cose, se non di quella sana ingenuità che più non ci appartiene.

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