martedì 16 marzo 2010

La strada del buon samaritano è poco battuta.


Vi sarà capitato di incontrare i volontari del banco alimentare che, all’ingresso di un discount, vi consegnano una busta vuota per poi ricuperarla all’uscita, magari, colma di derrate alimentari per i bisognosi. Avendo frequentato a lungo le mense della scuola elementare ripenso a quanto spreco si fa di cibo che potrebbe essere recuperato a favore dei più sfortunati. L’ esperienza personale permette di capire cosa i bambini proprio non gradiscono: i cibi avanzati maggiormente sono i contorni (finocchi e cavolfiori gratinati e verdura cotta in generale), altro alimento non gradito è il pesce (al forno e sotto forma di polpette); avanzano minestre, pesce, frittate, la frutta avanza quasi tutta e quanto pane che non viene nemmeno sfiorato! Una partecipazione più attiva dell’insegnante potrebbe ridurre parte degli avanzi derivanti dal gusto e le famiglie andrebbero coinvolte ad incentivare il consumo di quegli alimenti difficili da far apprezzare da parte dei bambini. Che fine fa tutto il cibo avanzato giornalmente? Il cibo avanzato, corrispondente alla porzione non servita, può essere dato alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale ai sensi di quanto previsto con la Legge n° 155 del 2003, le cosiddetta “legge del buon Samaritano”, consentendo di utilizzare a fini umanitari le derrate alimentari ancora commestibili. Ma, spesso e per disorganizzazione, tutti gli avanzi finiscono in contenitori dei rifiuti e la filiera si interrompe; quando potrebbe ancora essere di grande utilità per altri. Questa legge che fu detta, non a caso, del buon Samaritano semplifica le responsabilità di percorso per le aziende donatrici e permette ad associazioni di volontariato, non lucrative e di utilità sociale, di ridistribuire le eccedenze di cibo alle persone bisognose. La legge esiste dal duemilatre, ma tanti o la ignorano o fanno finta di non saperne nulla, tutto a discapito dei meno fortunati. Pensate in una città come Roma quante realtà scolastiche, quante aziende, quanti ministeri che hanno mense a cui giornalmente avanza tanto di quel cibo. I supermercati gettano in media 170 tonnellate di cibo all'anno! Pensate, si tralascia di fare del bene a costo zero e solo per incuria! Dovremmo semplicemente avere il coraggio di vestire più spesso i panni del buon samaritano e battere la strada del Vangelo.
Buona vita!
Maestrocastello.

2 commenti:

  1. colotti.giovanni@alice.it16 marzo 2010 alle ore 10:05

    il problema è che impegna e costa di più organizzare il ritiro del cibo non distribuito per ricollocarlo , piuttosto che gettarlo direttamente nella spazzatura.....
    Non so se la Caritas o chi per essa provvede in qualche modo a ritirare alimentari in scadenza o appena scaduti presso i supermercati, o cibo non distribuito in ospedali e scuole....per la mensa dei "poveri"....

    Qualche struttura (all'estero) si e' organizzata per rivendere a prezzi minimi il cibo a lunga conservazione in scadenza o appena scaduto...ed e' già una buona cosa per non sprecare e venire incontro a chi non ce la fa ad arrivare a fine mese....ma non mi sembra che in Italia ci sia qualcosa di simile....
    Un abbraccio

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  2. IN ITALIA ESISTE SOLO L'ARTE DELLO SPRECO! SINCERAMENTE CREDO CHE LE RACCOLTE ALIMENTARI PROPOSTE NEI DISCAUNT O SUPERMERCATI DEI RICCHI NON VADANO NELLA GIUSTA DIREZIONE! HO VISTO VOLONTARI DI RACCOLTE FARSI BUSTE PERSONALI CON PRODOTTI A LORO GRADITI!!!!!!! CHE SCHIFO.....

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