martedì 23 marzo 2010

Mele marce.


Quando facevo l’insegnante sentivo dire spesso che la società è in continuo cambiamento e la scuola che ne è la più importante agenzia educativa deve essere la sua ombra nel rinnovamento, se vuole stare sempre al passo col ritmo dei giovani che educa. Questo stesso concetto l’ho sempre abbinato anche alla Chiesa. Va bene l’aver abolito il latino nelle funzioni religiose, dando così modo a tanta gente di capire finalmente ciò che viene detto sull’altare. Nei miei ricordi di ragazzo che serviva messa ci sono pezzi comici di gente contadina che spesso ci s’addormentava, un po’ per la stanchezza e un po’ per tutto quel latino che si accompagnava alle cantilene del prete officiante. La Chiesa ha fatto pochi cambiamenti, rimanendo arroccata ai suoi principi senza tempo ed intanto le vocazioni si son ridotte al lumicino e vediamo sempre più spesso preti di colore sugli altari e tante chiese dove si celebra solo nei festivi. La colpa viene data alla società ed al suo materialismo. Se solo la Chiesa si aprisse alla società, invece di tentare di imporle le sue regole; se abbandonasse quella omertà e quella chiusura che le impediscono di accettare critiche da chi la pensa in modo differente! La gente non ne può più di ascoltare prediche su presrizioni che loro stessi non rispettano. Il Vangelo è il più straordinario compendio di politica, di filosofia, di sociologia e quant’altro ancora che insegna fratellanza, umiltà e uguaglianza di fronte a Dio; dovremmo dargli spesso una scorsa e mettere in pratica quanto insegna, invece solo di pontificare. Cristo ha predicato perdono e pentimento e questo vale anche per i discendenti degli apostoli. Prendete la questione dei casi di pedofilia tra religiosi che era un argomento già saputo e risaputo. Joseph Ratzinger, quando era Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, in una lettera solenne a tutti i vescovi, indicò che i casi di abusi sessuali erano da considerarsi secretum pontificium, cioè questione interna alla Chiesa. Sempre il cardinale Ratzinger sosteneva che la stampa americana, parlando degli abusi di prelati americani, volesse screditare la Chiesa e che, in fondo, i casi degli abusi erano tra l’1% ed il 6%, come se bisognasse considerare del tutto ovvio che debbano esistere preti pedofili, magari in percentuale tollerabile. Poiché le vie del Signore sono davvero infinite, adesso il Papa ha cambiato idea e sabato 19 marzo del duemiladieci ha inviato una lettera di “vergogna e rimorso” ai fedeli irlandesi, ricordando gli ammonimenti del Vangelo e chiedendo perdono alle vittime degli abusi. Chi è cattolico veramente si sarà sentito finalmente liberato dall’angoscioso atteggiamento di chiusura ed immobilismo della Chiesa. Il Papa ha espresso il desiderio di voler promuovere in tutte le parrocchie irlandesi delle iniziative volte ''alla guarigione e al rinnovamento''. Mi chiedo: di pedofilia si può veramente guarire? La pedofilia è un fenomeno estremamente complesso, è frutto di repressione sessuale prolungata, mancanza di maturità sessuale che fissa lo stato evolutivo ad uno stadio preadolescenziale (lo conferma l’età giovane delle vittime compresa da 8 a 12 anni), fa leva sul potere dell’adulto e sulla superiorità fisica e psicologica(non è un caso che le vittime sono dello stesso sesso del violentatore); è significativo, infine, che il pedofilo non prende precauzioni per nascondere i propri perversi comportamenti e preferisce contare sull’omertà delle piccole vittime che esercitare la violenza in luoghi protetti o lontano dal proprio ambiente. Non serve strillare quando sono scappati i buoi, piuttosto operare a monte: le mele marce vanno tolte subito dal cesto. L’atto di pedofilia è un gravissimo reato che va sempre segnalato alla giustizia e non coperto col silenzio. Non serve insabbiare, perchè le cose prima o poi si risanno e si rischiano campagne denigratorie a cui assistiamo in questi giorni. Non basta trasferire di sede il religioso, perché sicuramente agirà in altro luogo. Che senso ha difendere la vita quando è un feto e poi lasciarla calpestare ad otto anni? Forse sarebbe il caso di mettere in conto che anche il prete è un uomo con naturali pulsioni anche sessuali e che non tutti sono in grado di reprimerle senza conseguenze negative. A proposito, che ne pensate di quella canzone di Lucio Dalla che dice “anche i preti potranno sposare, ma soltanto a una certa età”? State tranquilli! Lo sapete quando avverrà tutto questo? Ma nell’anno che verrà! Cioè, mai!

5 commenti:

  1. SPERO CHE LA CHIESA ABBIA DAVVERO CAMBIATO LA SUA LINEA E PIU' CHE COPRIRE GLI SCANDALI, ABBIA CURA DI TUTELARE LE PICCOLE VITTIME.

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  2. ORA E' TROPPO COMODO TROVARE TANTE SCUSE, INTANTO LE FAMIGLIE DELLE VITTIME GRIDANO VENDETTA.

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  3. Gli attuali attacchi al Papa, al di là della loro fondatezza, rischiano di deviare l'attenzione del problema vero che è la violenza sui bambini perpetrata da uomini di Chiesa in tante parti del mondo.

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  4. “Chiunque scandalizza uno di questi piccoli, è meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare!”

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  5. E' incredibile pensare che sacerdoti fedeli a Dio possano commettere un reato tanto grave su piccole creature. Forse hanno dimenticato le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo??

    "In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me."

    Rosaria

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