mercoledì 3 marzo 2010

"Il piccolo principe", mauale poetico di saggezza, di amicizia e di fantasia.


"Sei anni fa ebbi un incidente col mio aeroplano nel deserto del Sahara. Qualche cosa si era rotta nel motore, e siccome non avevo con me né un meccanico, né dei passeggeri, mi accinsi da solo a cercare di riparare il guasto. Era una questione di vita o di morte, perché avevo acqua da bere soltanto per una settimana... Potete immaginare i mio stupore di essere svegliato all'alba da una strana vocetta:
"Mi disegni, per favore, una pecora?"... E fu così che feci la conoscenza del piccolo principe.".
A cinquant'anni dalla pubblicazione negli Stati Uniti del libro, Il Piccolo Principe è divenuto un long seller internazionale, un testo-chiave di formazione. Antoine de Saint-Exupéry, il suo autore, era un aviatore e un umanista: adorava volare e s'interessava agli uomini. Qualche mese dopo l'apparizione del suo capolavoro, scomparve in aereo sul Mediterraneo. Ma la favola del ragazzino dai capelli d'oro continua. Questa prefazione é di Nico Orengo. Tutti i grandi sono stati bambini una volta - dice Saint-Exupèry - ma pochi di essi se ne ricordano.
Il libro è, in realtà, un racconto poetico che affronta temi come il senso della vita ed il significato dell’amore e dell’amicizia. Il fatto che sia stato tradotto in più di 180 lingue ed abbia venduto oltre 50 milioni di copie sta a significare pur qualcosa. Per me che l’ho conosciuto solo in età matura, rappresenta un volumetto di autentica saggezza. La massima che mi piace condividere con voi è questa: “L’essenziale è invisibile agli occhi”, come dice il bambino del racconto. Ecco perché a sei anni l’autore disegnava ciò che tutti vedevano come un semplice cappello;


mentre egli aveva inteso disegnare un serpente boa che aveva ingoiato un elefante intero ed ora lo stava digerendo.

Vaglielo a raccontare alla gente che non ha fantasia; essi continuavano a dire: Cappello, cappello!
E’ dietro le parole semplici che spesso si celano i pensieri più profondi. Un testo offerto come semplice strumento di lettura ai bambini delle elementari, sembra un trattato di filosofia, un testo sociologico, dove ogni frase è piena di significati profondi. Quando il principe invita l’aviatore a disegnare una pecora, poi non sembra mai contento: o la trova malaticcia, o la scambia per un ariete o la trova troppo vecchia; finchè l’aviatore entra in sintonia con lui e non tratteggia più alcuna pecora; ma solo una cassetta con tre buchi, dando questa spiegazione: “Questa è soltanto la sua cassetta, la pecora sta dentro”. “Questo è proprio quello che volevo” gli risponde il piccolo principe.

Vedete che a lasciare agli altri i loro spazi di libertà si indovina sempre. Solo la semplicità di un principe bambino, nella sua fresca ingenuità, riesce a cogliere la vera realtà di quel disegno, il suo significato percettivo; ma anche più profondo, reso possibile grazie alla genuina fantasia di un principe bambino. Dovremmo, ogni tanto, anche noi saper volare oltre l’ovvietà che ci circonda e concederci qualche spazio di fantasia.
Buona vita!
maestrocastello.

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