lunedì 8 marzo 2010

otto marzo, è qui la festa?


E’ qui la festa? Certo! Siamo in piena celebrazione del popolo femminile ed io non potevo proprio mancare. Mi sono ridotto all’ultimo momento perché mi era presa voglia di un panino, mi ero allontanato dagli uffici preposti e …. sono stato temporaneamente escluso dal mio diritto.Ho dovuto presentar ricorso e mi trovo qui grazie ad un decreto interpretativo del governo che ha obbligato il TAR del web a restituirmi i diritti di pubblicare le mie esternazioni in tutta libertà ed eccomi qui (nonostante tutto!). Mi riallaccio scherzosamente agli ultimi controversi avvenimenti politici per dire la mia in questa giornata speciale per il mondo al femminile. Lo sapete già come la penso in proposito e aderisco volentieri a quei gruppi del web che sono contro le ipocrisie verso le donne che durano 364 giorni l’anno ed al 365 pretendono, magari con un fiore, una cenetta o un regalo ben studiato; di lavarsi la coscienza di tutto un anno di soprusi. Sono contro le quote rosa in ogni settore che vietano, di fatto, al mondo femminile di contare al di sopra della propria quota di rappresentanza. Cambierò idea quando vedrò un Presidente del Consiglio donna anche in Italia, un Capo dello Stato in gonnella anche da noi e mi fanno molta pena quella sfilza di ministre vestite tutte uguali che prendono ordini da un uomo basso, non solo di statura, e che si esprimono proprio come un uomo. La dimostrazione di quanto dico sta nel fatto che l’ultimo stupro verso due ragazze è stato perpetrato non più tardi di ieri sera nel gabinetto di un bar della provincia di Brescia. Care donne avete poco da festeggiare se non cambia la cultura maschilista di questo paese e di questo sporco mondo! Già in Italia passi avanti ne sono stati fatti in questi anni, ma bisogna fare attenzione alle presenze femminili di esclusiva rappresentanza. Penso al ritardo culturale che le donne patiscono nel resto del pianeta. In certe aree del Kenya, ad esempio, la raccolta dell’acqua è un’incombenza quotidiana che costringe le donne a percorrere 2-3 ore di cammino per raggiungere una fonte. Raccolta e trasporto dell’acqua sono mansioni tradizionalmente femminili che rubano il tempo ad altre attività, ad esempio alla scuola: le bambine sono discriminate rispetto ai bambini nell’accesso all’istruzione perché devono dedicare del tempo all’approvvigionamento dell’acqua. Per non parlare della condizione femminile nel mondo di incidenza mediorientale. Lo so che non possiamo risolvere tutti i problemi di questo mondo; ma intanto cominciamo dentro casa nostra ad insegnare il rispetto per la diversità di genere che ha esattamente tutti i diritti delle persone che ne fanno invece oggetto di soprusi.
Buon otto marzo a tutti!
Maestrocastello.

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